Nella solennità Trinitaria il pensiero corre a come Francesco e Chiara vissero tale Mistero di Unità e Condivisione.
Scorrendo le Fonti, ci accorgiamo che le esperienze delle origini erano circondate dalla benedizione del Mistero grande.
Per esempio, il Testamento di Francesco si conclude così:
" «E chiunque osserverà queste cose, sia ricolmo in cielo della benedizione dell’Altissimo Padre, e in terra sia ricolmo della benedizione del suo Figlio diletto col santissimo Spirito Paraclito e con tutte le potenze dei cieli e con tutti i santi.
Ed io frate Francesco piccolino, vostro servo, per quel poco che io posso, confermo a voi dentro e fuori questa santissima benedizione. Amen» " (FF 131).
In Regola non bollata, nello specifico: Ammonizione ai frati - così li esorta:
" «E sempre costruiamo in noi una casa e una dimora permanente a Lui, che è il Signore Dio onnipotente, Padre e Figlio e Spirito Santo… E adoriamolo con cuore puro» " (FF 61).
Nella medesima Regola, più avanti:
" «E ovunque, noi tutti, in ogni luogo, in ogni ora e in ogni tempo, ogni giorno e ininterrottamente crediamo veramente e umilmente e teniamo nel cuore e amiamo, onoriamo, adoriamo, serviamo, lodiamo e benediciamo, glorifichiamo ed esaltiamo, magnifichiamo e rendiamo grazie all’Altissimo e sommo eterno Dio, Trinità e Unità, Padre e Figlio e Spirito Santo, Creatore di tutte le cose e Salvatore di tutti coloro che credono e sperano in lui e amano lui; che è senza inizio e senza fine, immutabile, invisibile, inenarrabile, ineffabile, incomprensibile, ininvestigabile, benedetto, degno di lode, glorioso, sopraesaltato, sublime, eccelso, soave, amabile, dilettevole e tutto sopra tutte le cose desiderabile nei secoli dei secoli. Amen» " (FF 71).
Il Mistero trinitario è illustrato dagli attributi usati dal Poverello.
E nella Leggenda dei Tre compagni c’è un passo che evidenzia come Francesco, riguardo alla forma di vita da seguire (lui e i suoi compagni) interpellasse le Sacre Scritture.
"Vero adoratore della Trinità, volle l’appoggio di tre testimoni; per cui aprì il libro una seconda e una terza volta.
Ad ogni apertura del libro, Francesco rendeva grazie a Dio, che approvava l’ideale da lui lungamente vagheggiato" (FF 1431).
E Chiara stessa, all’inizio del suo Testamento spirituale, così esordisce:
" «Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. Amen.
Il Signore vi benedica e vi custodisca.
Mostri a voi la sua faccia e vi usi misericordia» " (FF 2854).
I due Poveri assisani fecero della Trinità la loro dimora, il Tesoro inesauribile cui attingere Luce e Amore, Comunione e poliedricità.
«Tutto quanto ha il Padre è mio; per questo ho detto che riceve dal mio e ve [lo] annunzierà» (Gv 16,15)
Domenica della SS. Trinità C (Gv 16,12-15)