Parafrasando un passo del Testamento spirituale di Chiara d’Assisi e guardando Maria che magnifica il Signore, potremmo dire:
«La Figlia di Sion si è fatta nostra via, e questa con la parola e l’esempio ci indicò e insegnò il beato padre nostro Francesco, vero amante e imitatore di lei» (FF 2824).
Perché è ormai chiaro che il Poverello vedeva in Maria la vita che si fa Cantico incessante a Colui che l’aveva scelta nella missione redentiva da assolvere col Figlio suo.
Francesco riconosce in lei l’Impronta di Dio, e come Maria magnifica il Signore ed esulta in Dio suo Salvatore «perché ha guardato l’umiltà della sua serva».
Così Francesco, nel suo Cantico delle creature, restituisce a Dio la lode che Gli spetta per i benefici da Lui ricevuti, riconoscendo la sua nullità.
Altresì invita a fare, nella «Esortazione alla lode di Dio» (lode di Dio nel luogo dell’Eremita).
Interessante è sapere che suddette lodi si trovavano come antipendio dell’altare nella cappella di S. Francesco nel luogo dell’Eremita, nella cappella piccola.
Queste lodi sono state constate dagli stessi compagni del Poverello e scritte su detta tavola nella parete sinistra, presso l’altare - e si racconta che Francesco le scrisse qui di propria mano:
«Voi tutti che temete il Signore, lodatelo./ Ave, Maria, piena di grazia, il Signore è con te…./ Ogni vivente dia lode al Signore…/ Lodate il Signore perché è buono/ Lodate il Signore o creature tutte…/ Sia benedetta la santa Trinità/ e l’indivisibile Unità…» (FF 265/a).
E nel celebre Cantico, come Maria, innalza la sua Lode al Creatore e Signore e Salvatore:
«Altissimu, onnipotente, bon Signore,/
Tue so’ le laude, la Gloria e l’honore et onne benedictione.
Ad Te solo, Altissimo se konfane...» (FF 263).
«L’anima mia magnifica il Signore/ e il mio spirito esulta in Dio mio Salvatore,/ perché ha guardato l’umiltà della sua serva» (Lc 1,46-48)
Feria propria del 22 dicembre (Lc 1,46-55)