Nel brano di oggi Gesù si trova dinanzi a due discepoli che ancora fanno fatica a capire la sua Persona.
Tommaso cerca la via e il Signore gli risponde che è Lui la Via, la Verità, e la Vita.
Filippo, forse, desidera una manifestazione di Dio convincente, gloriosa, simile alle antiche teofanie.
Deve ancora comprendere che l’Epifania vera e più evidente di Dio è Gesù.
Il discrimine: la Fede che fa vedere oltre, compiere le opere che Cristo stesso fa, e anche più.
In tale contesto, Francesco è il discepolo che ha cercato sempre il modo per poter raggiungere l’unione perfetta con Gesù, Lui nel Padre e il Padre in Lui.
Nella Vita prima del Celano ci viene illustrato:
"Intanto studiava con tutta la mente e con tutto l’amore di conoscere quale modo, quale via o quale desiderio potevano essere più adatti per raggiungere una unione ancora più perfetta con il Signore Dio, secondo il disegno e il decreto della Sua volontà.
E questa fu sempre la sua unica filosofia, il suo supremo desiderio, nel quale bruciò finché visse; e chiedeva a tutti, ai semplici come ai sapienti, ai perfetti come agli imperfetti, come poter raggiungere la via della verità e pervenire a mete sempre più alte" (FF 480).
Nella Regola non bollata, lo stesso Francesco scrive:
«E sempre costruiamo in noi una casa e una dimora permanente a Lui, che è il Signore Dio Onnipotente, Padre e Figlio e Spirito Santo, e che dice:
«[…] Le parole che vi ho detto sono Spirito e Vita. Io sono la Via, la Verità e la Vita» (FF 61).
Ma pure Chiara nel suo Testamento squaderna la certezza che l’anima in Cristo è creatura nuova in grado di compiere le opere che Gesù stesso compie.
«Il Figlio di Dio si è fatto nostra Via; e questa con la parola e l’esempio ci indicò e insegnò il beato padre nostro Francesco, vero amante e imitatore di Lui» (FF 2824).
E ancora:
«Dobbiamo, perciò, sorelle carissime, meditare gli immensi benefici di cui Dio ci ha colmate, specialmente quelli che Egli si è degnato di operare tra noi per mezzo del suo diletto servo, il beato padre nostro Francesco, e non solo dopo la nostra conversione, ma fin da quando eravamo ancora tra le vanità del secolo» (FF 2825).
Chi crede nel Signore diverrà strumento privilegiato del Suo operare cose meravigliose.
«Io sono la Via, la Verità e la Vita» (Gv 14,6).
«Chi crede in me, le opere che io faccio pure farà e farà anche più grandi di queste […]» (Gv 14,12).
Ss. Filippo e Giacomo (Gv 14,6-14)