Mar 3, 2025 Scritto da 

1a Domenica di Quaresima (C) - (Rm 10,8-13)

(Rm 10,8-13)

Romani 10:8 Che dice dunque? Vicino a te è la parola, sulla tua bocca e nel tuo cuore: cioè la parola della fede che noi predichiamo.

Romani 10:9 Poiché se confesserai con la tua bocca che Gesù è il Signore, e crederai con il tuo cuore che Dio lo ha risuscitato dai morti, sarai salvo.

 

«Che dice dunque? Vicino a te è la parola, sulla tua bocca e nel tuo cuore: cioè la parola della fede che noi predichiamo». Come Mosè diceva che la parola, cioè la legge dì Dio, era facile a conoscersi e a osservarsi, così Paolo dice altrettanto del vangelo. Se la legge ha come fine Cristo, se tutto da Cristo prende inizio e in Cristo si conclude, se tutta la parola della Scrittura nasconde Cristo, tutta la parola della Scrittura nasconde il vangelo, verso cui ogni parola dell'Antico Testamento conduce e guida. "La parola della fede che noi predichiamo", sono le verità evangeliche necessarie a credersi per conseguire la salvezza, le quali, per mezzo della predicazione degli apostoli, sono alla portata di tutti, in modo che tutti possono dire di averle nella loro bocca e nel loro cuore, e non è necessario fare lunghi viaggi o sostenere gravi fatiche per apprenderle. Cristo è presente nella parola della fede che viene proclamata dalla Chiesa.

Ci sono tre verità che dobbiamo cogliere in questa frase di Paolo. La prima è questa: la parola del vangelo, che è parola di Cristo, non è estranea all'uomo, non è lontana da lui, non in senso spazio-temporale, ma in senso esistenziale. L'esistenza dell'uomo anela verso questa parola, la cerca. In fondo, ogni ricerca dell'uomo è ricerca della verità. A causa del peccato questa ricerca smarrisce la sua essenza, ma resta pur sempre una ricerca del proprio essere. L'uomo si cerca, ma non si trova e non si trova perché non riesce a trovarsi in Cristo. Solo trovando Cristo l'uomo trova se stesso, ma per trovare Cristo bisogna trovare la parola di Cristo.

La seconda verità è questa: la parola deve essere predicata, annunciata, proclamata, affinché ogni uomo l'ascolti e ascoltandola vi aderisca attraverso la fede. Se manca la predicazione, allora sì che la parola rimane distante dall'uomo, e se rimane distante la parola anche Cristo rimane distante. Quando la Chiesa avrà fatto questo, essa avrà aiutato l'uomo nella sua ricerca di Cristo, avrà aiutato l'uomo a ritrovarsi, a essere se stesso. La Chiesa esiste per dare Cristo. Questo è il fine e il mandato che la Chiesa ha ricevuto. Ecco perché la predicazione è l'essenza stessa della Chiesa. Cristo si dona attraverso la parola e senza la parola, Cristo non si dona, e se non si dona chi lo cerca lo cerca invano. Di questo la Chiesa è responsabile. Il vero peccato della Chiesa, l'unico di cui si deve sempre pentire, è la mancata evangelizzazione, il mancato annuncio, l'omessa predicazione della parola di Gesù.

La terza verità ci indirizza invece verso "la parola della fede". La parola è della fede perché essa annuncia un mistero che solo per fede si può accogliere e solo per fede vi si può aderire. Senza la fede la parola rimane parola muta. Fede e parola sono una unità inscindibile. Ci potrebbe essere la parola senza la fede, ma questa non svela il mistero, poiché il mistero non lo svela la parola, ma lo Spirito che si rivela al cuore e si manifesta solo se nel cuore c'è fede.

Cosa si constata oggi? Si constata che Cristo è come dimenticato. Di lui si stanno perdendo le tracce. La parola della predicazione è epurata di ogni contenuto inerente Cristo, della sua verità e della sua grazia. Oggi prevale in molti la proposizione di una giustizia tutta umana, terrena, a volte anche diabolica. Se la predicazione della fede è omessa, Cristo è omesso, la giustizia secondo la fede è omessa, la grazia e la verità sono omesse. Cosa resta? Resta l'uomo e il suo peccato. 

«Poiché se confesserai con la tua bocca che Gesù è il Signore, e crederai con il tuo cuore che Dio lo ha risuscitato dai morti, sarai salvo». Colui che viene professato nella fede è Gesù Signore. Il professare con la bocca che Gesù è il Signore e il credere nel cuore che Dio l'ha risuscitato dai morti costituiscono il modo per giungere alla salvezza. Questo significa non solo ammettere il fatto storico della risurrezione, ma anche l'accettare, dal profondo dell'anima, tutta l'opera di salvezza compiuta da Cristo.

Questa confessione deve essere una testimonianza esplicita. L'adesione a Cristo non può essere mai un fatto privato, vissuto intimamente nel proprio cuore, in cui deve comunque radicarsi, ma va testimoniata pubblicamente. Non si può essere cristiani anonimi, cristiani del silenzio. Il cristiano è colui che dinanzi al mondo confessa che Gesù è il Signore, il Verbo, l'Unigenito del Padre che si è fatto carne nel seno della Vergine Maria e che nella sua umanità e non solo nella sua divinità è stato costituito Signore di ogni uomo. Il termine Kyrios (Signore) era usato nella Bibbia dei LXX per tradurre YHWH e quello che Paolo ci dice è che la confessione di fede consiste nel credere che Gesù è il Messia e che egli è ‘uno’ con Yahweh.

Questa confessione deve essere netta. Non possono esserci lacune. Ecco perché è necessario che il cristiano confessi con la sua bocca che Gesù è il Signore, consustanziale a Dio per natura divina, consustanziale all'uomo per natura umana. Se manca una retta confessione circa la persona di Gesù non si può essere salvati, perché il Gesù che confessiamo non sarebbe più il Gesù di Dio, ma un Gesù modellato su pensieri umani, e quindi un idolo. Tutto quello che l'uomo costruisce con la sua mente è semplicemente un idolo e l'idolo non salva. Salva invece il Figlio di Dio venuto nella carne per la redenzione del mondo, e il Figlio di Dio venuto nella carne è il Signore dell'uomo.

Non rimane però sufficiente proclamare con la bocca la retta fede; occorre che vi partecipi anche il cuore, e il cuore vi partecipa facendo propria la verità che si professa. Dalla professione della bocca e dalla fede del cuore nasce la salvezza per l'uomo. La salvezza che Paolo prospetta, non è semplicemente la liberazione dal peccato. La salvezza è possedere la vita di Cristo e fare di questa vita il principio ispiratore della nostra vita: azioni, parole, pensieri. Ecco perché la sola liberazione dal peccato è un concetto assai riduttivo di salvezza.

 

 

 Argentino Quintavalle, autore dei libri:

- Apocalisse commento esegetico 

- L'Apostolo Paolo e i giudaizzanti – Legge o Vangelo?

  • Gesù Cristo vero Dio e vero Uomo nel mistero trinitario
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265 Ultima modifica il Martedì, 04 Marzo 2025 00:03
Argentino Quintavalle

Argentino Quintavalle è studioso biblico ed esperto in Protestantesimo e Giudaismo. Autore del libro “Apocalisse - commento esegetico” (disponibile su Amazon) e specializzato in catechesi per protestanti che desiderano tornare nella Chiesa Cattolica.

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Dear friends, this is the perpetual and living heritage that Jesus has bequeathed to us in the Sacrament of his Body and his Blood. It is an inheritance that demands to be constantly rethought and relived so that, as venerable Pope Paul VI said, its "inexhaustible effectiveness may be impressed upon all the days of our mortal life" (Pope Benedict)
Questa, cari amici, è la perpetua e vivente eredità che Gesù ci ha lasciato nel Sacramento del suo Corpo e del suo Sangue. Eredità che domanda di essere costantemente ripensata, rivissuta, affinché, come ebbe a dire il venerato Papa Paolo VI, possa “imprimere la sua inesauribile efficacia su tutti i giorni della nostra vita mortale” (Papa Benedetto)
The road that Jesus points out can seem a little unrealistic with respect to the common mindset and to problems due to the economic crisis; but, if we think about it, this road leads us back to the right scale of values (Pope Francis)
La strada che Gesù indica può sembrare poco realistica rispetto alla mentalità comune e ai problemi della crisi economica; ma, se ci si pensa bene, ci riporta alla giusta scala di valori (Papa Francesco)
Our commitment does not consist exclusively of activities or programmes of promotion and assistance; what the Holy Spirit mobilizes is not an unruly activism, but above all an attentiveness that considers the other in a certain sense as one with ourselves (Pope Francis)
Il nostro impegno non consiste esclusivamente in azioni o in programmi di promozione e assistenza; quello che lo Spirito mette in moto non è un eccesso di attivismo, ma prima di tutto un’attenzione rivolta all’altro considerandolo come un’unica cosa con se stesso (Papa Francesco)
The drama of prayer is fully revealed to us in the Word who became flesh and dwells among us. To seek to understand his prayer through what his witnesses proclaim to us in the Gospel is to approach the holy Lord Jesus as Moses approached the burning bush: first to contemplate him in prayer, then to hear how he teaches us to pray, in order to know how he hears our prayer (Catechism of the Catholic Church n.2598)
L’evento della preghiera ci viene pienamente rivelato nel Verbo che si è fatto carne e dimora in mezzo a noi. Cercare di comprendere la sua preghiera, attraverso ciò che i suoi testimoni ci dicono di essa nel Vangelo, è avvicinarci al santo Signore Gesù come al roveto ardente: dapprima contemplarlo mentre prega, poi ascoltare come ci insegna a pregare, infine conoscere come egli esaudisce la nostra preghiera (Catechismo della Chiesa Cattolica n.2598)
If penance today moves from the material to the spiritual side, let's say, from the body to the soul, from the outside to the inside, it is no less necessary and less feasible (Pope Paul VI)
Se la penitenza si sposta oggi dalla parte, diciamo, materiale a quella spirituale, dal corpo all’anima, dall’esterno all’interno, non è meno necessaria e meno attuabile (Papa Paolo VI)
“Love is an excellent thing”, we read in the book the Imitation of Christ. “It makes every difficulty easy, and bears all wrongs with equanimity…. Love tends upward; it will not be held down by anything low… love is born of God and cannot rest except in God” (III, V, 3) [Pope Benedict]
«Grande cosa è l’amore – leggiamo nel libro dell’Imitazione di Cristo –, un bene che rende leggera ogni cosa pesante e sopporta tranquillamente ogni cosa difficile. L’amore aspira a salire in alto, senza essere trattenuto da alcunché di terreno. Nasce da Dio e soltanto in Dio può trovare riposo» (III, V, 3) [Papa Benedetto]

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