Nov 4, 2025 Scritto da 

 Dedicazione della Basilica Lateranense

(1Cor 3,9c-11.16-17)

 

1Corinzi 3:9c voi siete l'edificio di Dio.

1Corinzi 3:10 Secondo la grazia di Dio che mi è stata data, come un sapiente architetto io ho posto il fondamento; un altro poi vi costruisce sopra. Ma ciascuno stia attento come costruisce.

1Corinzi 3:11 Infatti nessuno può porre un fondamento diverso da quello che già vi si trova, che è Gesù Cristo.

1Corinzi 3:16 Non sapete che siete tempio di Dio e che lo Spirito di Dio abita in voi?

1Corinzi 3:17 Se uno distrugge il tempio di Dio, Dio distruggerà lui. Perché santo è il tempio di Dio, che siete voi.

 

Evangelizzare significa porre il fondamento, cioè Gesù Cristo, Colui che è il Salvatore e il Redentore, il Messia di Dio per la salvezza di chiunque crede. Però non basta il fondamento. Paolo dice di aver operato come un sapiente architetto. Riconosce, cioè, di aver agito sempre con sapienza, ma riconosce anche di aver posto in Corinto solo il fondamento della fede. Spetta poi a quanti vengono dopo, costruire sul fondamento.

C’è chi pone il fondamento e c’è chi costruisce sopra; c’è chi scava in basso e chi innalza l’edificio verso il cielo. Senza questa comunione di opera è assai difficile, se non impossibile, lavorare nella vigna del Signore. Paolo però non si ferma ad enunciare i principi della comunione, ma ammonisce: ciascuno stia attento come costruisce!

Chi dovesse, o volesse costruire l’edificio di Dio senza il fondamento che è Gesù Cristo, lavorerebbe invano, sciuperebbe inutilmente il suo tempo, non ci sarebbe salvezza. È Cristo la pietra angolare della casa di Dio. La nostra fede confessa che solo Lui è il Redentore dell’umanità, il Messia di Dio, il Salvatore dell’uomo. La nostra fede confessa che è Gesù la via per poter accedere a Dio e perché Dio abiti e dimori nei nostri cuori.

Porre Gesù Cristo a fondamento dell’edificio di Dio, ha un solo significato: porre la sua croce come unica via di salvezza e redenzione. E come il fondamento è uno, uno deve essere anche l’edificio, una sola comunità dei credenti in Cristo. Quando si dimentica la nostra chiamata che è quella di raggiungere la perfetta conformazione a Cristo e alla sua croce, ognuno potrebbe essere tentato di farsi lui fondamento, lui pietra angolare. Quando si arriva a questo, è la distruzione dell’unico edificio. Nascono le piccole casupole dove ognuno si fa signore e dio per i fratelli. Muore la stessa comunità dei credenti, i quali mancano del principio di unità, e in tal guisa ognuno percorre la sua strada e va per sentieri tortuosi che non conducono alla salvezza.

Per questo motivo Paolo avverte ognuno a stare attento a come vi costruisce sopra. Ma anche a stare attento a costruire solo su quest’unico fondamento che è Gesù  Cristo.

Essere tempio di Dio vuol dire che Dio è di casa in noi. Il tempio è la dimora di Dio sulla terra. Prima il tempio era di pietra, una casa in mezzo alla città degli uomini. In Israele c’era un solo tempio, una sola casa di Dio, come anche uno era il popolo del Signore. Un solo Dio, un solo popolo, un solo tempio, una sola presenza di Dio in mezzo al popolo.

Se uno guasta il tempio di Dio, Iddio guasterà lui; poiché il tempio di Dio è santo; e questo tempio siete voi”, dice Paolo. Il cristiano pertanto deve essere colui che porta nel mondo la presenza viva di Dio. Chi vede il cristiano deve avvertire che in lui dimora il suo Dio. Ma tutto questo non può avvenire se non attraverso la trasformazione del cristiano in santità, in verità, in carità.

Come si guasta il tempio di Dio? Ci sono diversi modi per distruggerlo. Eccone alcuni.

Il primo modo è quello di una vita difforme da quella di Cristo, quando si fa del corpo di Cristo un corpo di peccato, di male. Si pensi che Gesù Cristo, per obbedire a Dio, si fece inchiodare sulla croce, espose il suo corpo, il vero tempio di Dio, ad ogni genere di sofferenza e di privazione. Come può un corpo così santo essere trasformato dal cristiano in un corpo di peccato, di vizio, di ogni altro genere di male? O si crede che con Cristo si è un solo corpo e che non vi può essere differenza di santità con Lui e allora si cambia realmente forma di vita, oppure il corpo di Cristo, il tempio di Dio si guasterà. Il peccato distrugge la santità in noi e distruggendola in noi la diminuisce anche nel corpo di Cristo e questi diventa inefficace quanto alla testimonianza e al dono della salvezza nel mondo.

Il secondo modo è quello di creare una infinità di corpi di Cristo, di templi in cui si vorrebbe far vivere il Signore. Questo avviene quando ognuno non edifica la sua fede su Cristo, ma insegue i suoi pensieri. Cioè, se tu distruggi la fraternità, distruggi la paternità, distruggi te come figlio: è la perdizione. Quindi non è che posso dire: Io cerco di fare il bravo, ma non mi interessa la comunità e gli altri. No, perché senza gli altri distruggi te, perché non ti realizzi nella tua vera dimensione che è l’essere figlio, cioè fratello. Ogni qualvolta il corpo di Cristo è guastato, è anche guastato colui che lo guasta. È solo nel corpo di Cristo che noi abbiamo la salvezza. Chi si pone fuori dal corpo di Cristo, si pone fuori anche dalla salvezza.

Quindi tanti che dicono (Lutero docet) Dio sì e la chiesa no, è grave! È la vera distruzione teorizzata come bene.

In queste immagini dell'edificio e del tempio si esprime cos’è la Chiesa, che è il modo in cui esprime la nostra vita di figli, cioè la fraternità, e dove ognuno la esprime nella piena libertà e responsabilità del dono che ha ricevuto. La Chiesa è un organismo differenziato. Che cos’è la differenza? È qualcosa di molto importante che va accettata reciprocamente, ma con responsabilità va messa al servizio dell’unione e non della divisione. Se no, mi distruggo. 

 

 

 Argentino Quintavalle, autore dei libri 

- Apocalisse commento esegetico 

- L'Apostolo Paolo e i giudaizzanti – Legge o Vangelo?

  • Gesù Cristo vero Dio e vero Uomo nel mistero trinitario
  • Il discorso profetico di Gesù (Matteo 24-25)
  • Tutte le generazioni mi chiameranno beata
  •  Cattolici e Protestanti a confronto – In difesa della fede
  •  La Chiesa e Israele secondo San Paolo – Romani 9-11

 

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Argentino Quintavalle

Argentino Quintavalle è studioso biblico ed esperto in Protestantesimo e Giudaismo. Autore del libro “Apocalisse - commento esegetico” (disponibile su Amazon) e specializzato in catechesi per protestanti che desiderano tornare nella Chiesa Cattolica.

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The ancient priest stagnates, and evaluates based on categories of possibilities; reluctant to the Spirit who moves situations
Il sacerdote antico ristagna, e valuta basando su categorie di possibilità; riluttante allo Spirito che smuove le situazioni
«Even through Joseph’s fears, God’s will, his history and his plan were at work. Joseph, then, teaches us that faith in God includes believing that he can work even through our fears, our frailties and our weaknesses. He also teaches us that amid the tempests of life, we must never be afraid to let the Lord steer our course. At times, we want to be in complete control, yet God always sees the bigger picture» (Patris Corde, n.2)
«Anche attraverso l’angustia di Giuseppe passa la volontà di Dio, la sua storia, il suo progetto. Giuseppe ci insegna così che avere fede in Dio comprende pure il credere che Egli può operare anche attraverso le nostre paure, le nostre fragilità, la nostra debolezza. E ci insegna che, in mezzo alle tempeste della vita, non dobbiamo temere di lasciare a Dio il timone della nostra barca. A volte noi vorremmo controllare tutto, ma Lui ha sempre uno sguardo più grande» (Patris Corde, n.2)
Man is the surname of God: the Lord in fact takes his name from each of us - whether we are saints or sinners - to make him our surname (Pope Francis). God's fidelity to the Promise is realized not only through men, but with them (Pope Benedict).
L’uomo è il cognome di Dio: il Signore infatti prende il nome da ognuno di noi — sia che siamo santi, sia che siamo peccatori — per farlo diventare il proprio cognome (Papa Francesco). La fedeltà di Dio alla Promessa si attua non soltanto mediante gli uomini, ma con loro (Papa Benedetto)
In the communities of Galilee and Syria the pagans quickly became a majority - elevated to the rank of sons. They did not submit to nerve-wracking processes, but spontaneously were recognizing the Lord
Nelle comunità di Galilea e Siria i pagani diventavano rapidamente maggioranza - elevati al rango di figli. Essi non si sottoponevano a trafile snervanti, ma spontaneamente riconoscevano il Signore
And thus we must see Christ again and ask Christ: “Is it you?” The Lord, in his own silent way, answers: “You see what I did, I did not start a bloody revolution, I did not change the world with force; but lit many I, which in the meantime form a pathway of light through the millenniums” (Pope Benedict)
E così dobbiamo di nuovo vedere Cristo e chiedere a Cristo: “Sei tu?”. Il Signore, nel modo silenzioso che gli è proprio, risponde: “Vedete cosa ho fatto io. Non ho fatto una rivoluzione cruenta, non ho cambiato con forza il mondo, ma ho acceso tante luci che formano, nel frattempo, una grande strada di luce nei millenni” (Papa Benedetto)
Experts in the Holy Scriptures believed that Elijah's return should anticipate and prepare for the advent of the Kingdom of God. Since the Lord was present, the first disciples wondered what the value of that teaching was. Among the people coming from Judaism the question arose about the value of ancient doctrines…
Gli esperti delle sacre Scritture ritenevano che il ritorno di Elia dovesse anticipare e preparare l’avvento del Regno di Dio. Poiché il Signore era presente, i primi discepoli si chiedevano quale fosse il valore di quell’insegnamento. Tra i provenienti dal giudaismo sorgeva il quesito circa il peso delle dottrine antiche...
Gospels make their way, advance and free, making us understand the enormous difference between any creed and the proposal of Jesus

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don Giuseppe Nespeca

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