Il Vangelo lucano della Trasfigurazione sottolinea come il volto di Gesù «cambiò d’aspetto» in solitudine sul monte, davanti a Pietro, Giacomo, Giovanni e il dialogo circa il suo esodo imminente con Mosè ed Elia, apparsi nella gloria.
Anche il Poverello visse nella sua parabola esistenziale la sua trasfigurazione.
Francesco aveva imparato che la presenza dello Spirito Santo si offre a chi lo invoca con familiarità quanto più lo trova lontano dal frastuono dei mondani.
Le Fonti raccontano che “l’uomo di Dio, restandosene tutto solo e in pace, riempiva i boschi di gemiti, cospargeva la terra di lacrime, si percuoteva il petto e, quasi avesse trovato un più intimo santuario, discorreva col suo Signore […]
Là pure dai frati, che piamente lo osservavano, fu udito interpellare con grida e gemiti la Bontà divina a favore dei peccatori; piangere, anche, ad alta voce la Passione del Signore, come se l’avesse davanti agli occhi.
Là, mentre pregava di notte, fu visto con le mani stese in forma di croce, sollevato da terra con tutto il corpo e circondato da una nuvoletta luminosa: luce straordinaria diffusa intorno al suo corpo, che meravigliosamente testimoniava la luce risplendente nel suo Spirito.
Là, inoltre, come testimoniano prove sicure, gli venivano svelati i misteri nascosti della Sapienza divina, che egli, però, non divulgava all’esterno, se non nella misura in cui ve lo sforzava la carità di Cristo e lo esigeva l’utilità del prossimo […]
Quando tornava dalle sue preghiere, che lo trasformavano quasi in un altro uomo, metteva la più grande attenzione per comportarsi in uniformità con gli altri, perché non avvenisse che il vento dell’applauso, a causa di quanto lui lasciava trapelare di fuori, lo privasse della ricompensa interiore” (FF 1180 - Leggenda maggiore).
Francesco custodiva con grande discrezione la sua trasformazione in «Alter Christus», quasi vivendo nella clausura del suo cuore.
Infatti le stesse Fonti attestano:
"Da principio, quando il vero amore di Cristo aveva già trasformato nella sua stessa immagine l’amante, cominciò a celare e ad occultare il Tesoro con tanta cautela, da non farlo scoprire per lungo tempo neppure ai suoi intimi.
Ma la divina Provvidenza non permise che rimanesse sempre nascosto e non giungesse agli occhi dei suoi cari […]
Uno dei compagni una volta, vedendo le stimmate nei piedi, gli disse: «Cosa è ciò, buon fratello?».
«Pensa ai fatti tuoi» - gli rispose" (FF 719 - Vita Seconda del Celano) con la schiettezza e semplicità che lo contraddistingueva.
«E mentre pregava, l’aspetto del suo volto divenne altro, e il suo abito bianco, sfolgorante» (Lc 9,29)
Trasfigurazione del Signore (Lc 9,28b-36)