Nov 20, 2025 Scritto da 

Pensiero libero

Un invito a «pensare in cristiano», perché «un cristiano non pensa solo con la testa, pensa anche con il cuore e con lo spirito che ha dentro», è stato rivolto da Papa Francesco stamane, venerdì 29 novembre, durante la messa celebrata a Santa Marta. Un invito particolarmente attuale in un contesto sociale dove — ha fatto notare il Pontefice — si va sempre più insinuando «un pensiero debole, un pensiero uniforme, un pensiero pret-à-porter».

Il vescovo di Roma ha incentrato la propria riflessione sul brano evangelico di Luca (21, 29-33) proposto durante la liturgia, nel quale il Signore «con esempi semplici insegna ai discepoli a capire cosa succede». In questo caso Gesù invita a osservare «la pianta di fico e tutti gli alberi», perché quando germogliano si capisce che l’estate è vicina. In altri contesti il Signore usa esempi analoghi per rimproverare quei farisei che non vogliono capire «i segni dei tempi»; quelli che non vedono «il passo di Dio nella storia», nella storia del popolo d’Israele, nella storia del cuore dell’uomo, «nella storia dell’umanità».

L’insegnamento, secondo il Santo Padre, è che «Gesù con parole semplici ci incoraggia a pensare per capire». Ed è un incoraggiamento a pensare «non soltanto con la testa», ma anche «con il cuore, con lo spirito», con tutto noi stessi. È questo appunto il “pensare in cristiano”, per poter «capire i segni dei tempi». E quanti non capiscono, come avviene nel caso dei discepoli di Emmaus, sono definiti da Cristo «stolti e tardi di cuore». Perché — ha spiegato il Papa — colui che «non capisce le cose di Dio è una persona così», stolta e dura di comprendonio, mentre «il Signore vuole che noi capiamo cosa succede nel nostro cuore, nella nostra vita, nel mondo, nella storia»; e capiamo «cosa significa ciò che accade adesso». Infatti è nelle risposte a queste domande che possiamo individuare «i segni dei tempi».

Eppure non sempre le cose vanno così. C’è un nemico in agguato. È «lo spirito del mondo», che — ha ricordato il Santo Padre — «ci fa altre proposte». Perché «non ci vuole popolo, ci vuole massa. Senza pensiero e senza libertà». Lo spirito del mondo, in sostanza, ci spinge lungo «una strada di uniformità, ma senza quello spirito che fa il corpo di un popolo», trattandoci «come se noi non avessimo la capacità di pensare, come persone non libere». E in proposito Papa Francesco ha chiarito espressamente i meccanismi di persuasione occulta: c’è un determinato modo di pensare che deve essere imposto, «si fa la pubblicità di questo pensiero» e «si deve pensare» in tal modo. È «il pensiero uniforme, il pensiero uguale, il pensiero debole»; un pensiero purtroppo «così diffuso», ha commentato il vescovo di Roma.

In pratica «lo spirito del mondo non vuole che noi ci chiediamo davanti a Dio: ma perché accade questo?». E per distrarci dalle domande essenziali, «ci propone un pensiero pret-à-porter, secondo i nostri gusti: io penso come mi piace». Questo modo di pensare «va bene» allo spirito del mondo; mentre quello che lui «non vuole è ciò che ci chiede Gesù: il pensiero libero, il pensiero di un uomo e di una donna che sono parte del popolo di Dio». Del resto, «la salvezza è stata proprio questa: farci popolo, popolo di Dio. Avere libertà». Perché «Gesù ci chiede di pensare liberamente, di pensare per capire cosa succede».

Certo, ha avvertito Papa Francesco, «da soli non possiamo» fare tutto: «abbiamo bisogno dell’aiuto del Signore, abbiamo bisogno dello Spirito Santo per capire i segni dei tempi». Infatti è proprio lo Spirito a donarci «l’intelligenza per capire». Si tratta di un regalo personale fatto a ogni uomo, grazie al quale «io devo capire perché accade questo a me» e «qual è la strada che il Signore vuole» per la mia vita. Da qui l’esortazione conclusiva a «chiedere al Signore Gesù la grazia che ci invii il suo spirito di intelligenza», affinché «non abbiamo un pensiero debole, un pensiero uniforme, un pensiero secondo i nostri gusti», per avere invece «soltanto un pensiero secondo Dio». E «con questo pensiero — di mente, di cuore e di anima — che è dono dello Spirito», cercare di poter capire «cosa significano le cose, capire bene i segni dei tempi».

[Papa Francesco, s. Marta, in L’Osservatore Romano 30/11/2013]

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don Giuseppe Nespeca

Giuseppe Nespeca è architetto e sacerdote. Cultore della Sacra scrittura è autore della raccolta "Due Fuochi due Vie - Religione e Fede, Vangeli e Tao"; coautore del libro "Dialogo e Solstizio".

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The ancient priest stagnates, and evaluates based on categories of possibilities; reluctant to the Spirit who moves situations
Il sacerdote antico ristagna, e valuta basando su categorie di possibilità; riluttante allo Spirito che smuove le situazioni
«Even through Joseph’s fears, God’s will, his history and his plan were at work. Joseph, then, teaches us that faith in God includes believing that he can work even through our fears, our frailties and our weaknesses. He also teaches us that amid the tempests of life, we must never be afraid to let the Lord steer our course. At times, we want to be in complete control, yet God always sees the bigger picture» (Patris Corde, n.2)
«Anche attraverso l’angustia di Giuseppe passa la volontà di Dio, la sua storia, il suo progetto. Giuseppe ci insegna così che avere fede in Dio comprende pure il credere che Egli può operare anche attraverso le nostre paure, le nostre fragilità, la nostra debolezza. E ci insegna che, in mezzo alle tempeste della vita, non dobbiamo temere di lasciare a Dio il timone della nostra barca. A volte noi vorremmo controllare tutto, ma Lui ha sempre uno sguardo più grande» (Patris Corde, n.2)
Man is the surname of God: the Lord in fact takes his name from each of us - whether we are saints or sinners - to make him our surname (Pope Francis). God's fidelity to the Promise is realized not only through men, but with them (Pope Benedict).
L’uomo è il cognome di Dio: il Signore infatti prende il nome da ognuno di noi — sia che siamo santi, sia che siamo peccatori — per farlo diventare il proprio cognome (Papa Francesco). La fedeltà di Dio alla Promessa si attua non soltanto mediante gli uomini, ma con loro (Papa Benedetto)
In the communities of Galilee and Syria the pagans quickly became a majority - elevated to the rank of sons. They did not submit to nerve-wracking processes, but spontaneously were recognizing the Lord
Nelle comunità di Galilea e Siria i pagani diventavano rapidamente maggioranza - elevati al rango di figli. Essi non si sottoponevano a trafile snervanti, ma spontaneamente riconoscevano il Signore
And thus we must see Christ again and ask Christ: “Is it you?” The Lord, in his own silent way, answers: “You see what I did, I did not start a bloody revolution, I did not change the world with force; but lit many I, which in the meantime form a pathway of light through the millenniums” (Pope Benedict)
E così dobbiamo di nuovo vedere Cristo e chiedere a Cristo: “Sei tu?”. Il Signore, nel modo silenzioso che gli è proprio, risponde: “Vedete cosa ho fatto io. Non ho fatto una rivoluzione cruenta, non ho cambiato con forza il mondo, ma ho acceso tante luci che formano, nel frattempo, una grande strada di luce nei millenni” (Papa Benedetto)
Experts in the Holy Scriptures believed that Elijah's return should anticipate and prepare for the advent of the Kingdom of God. Since the Lord was present, the first disciples wondered what the value of that teaching was. Among the people coming from Judaism the question arose about the value of ancient doctrines…
Gli esperti delle sacre Scritture ritenevano che il ritorno di Elia dovesse anticipare e preparare l’avvento del Regno di Dio. Poiché il Signore era presente, i primi discepoli si chiedevano quale fosse il valore di quell’insegnamento. Tra i provenienti dal giudaismo sorgeva il quesito circa il peso delle dottrine antiche...
Gospels make their way, advance and free, making us understand the enormous difference between any creed and the proposal of Jesus

Due Fuochi due Vie - Vol. 1 Due Fuochi due Vie - Vol. 2 Due Fuochi due Vie - Vol. 3 Due Fuochi due Vie - Vol. 4 Due Fuochi due Vie - Vol. 5 Dialogo e Solstizio I fiammiferi di Maria

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don Giuseppe Nespeca

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