Mag 14, 2025 Scritto da 

Mistica della Gioia: essere se stessi, Rivelazione repentina

Resilienza non a denti stretti, e Somiglianza non possessiva

(Gv 15,9-11)

 

«Rimanete nell’amore, quello mio […] Se i comandamenti miei osserverete, rimarrete nell’amore mio […] Vi ho detto queste cose affinché la gioia quella mia sia in voi e la gioia vostra sia piena».

 

Gesù si è appena servito dell’immagine della vigna per configurare il carattere del suo nuovo popolo e la circolazione di vita che lo accomuna.

Vita di particolare intensità e temperamento.

 

L’allegoria della vite e dei tralci è ora tradotta in termini esistenziali.

La propagazione del dinamismo divino in noi dà il via a una corrente di amore, particolare e accentuata.

Il Signore non chiede di essere amato, ma di accogliere (prima di trasfondere) la modalità di Dio - il Dono che discende dal Padre e da Lui.

La sorte del tralcio inaridito [privo della Linfa dello Spirito] e reciso è il senso d’inutilità e angoscia (v.6).

Ma - alla Vigna - perfino tagli, gettatezze, mondature e purificazioni (v.2) che la vita impone non impediscono di produrre grappoli abbondanti e succosi.

Un canto nuovo, finalmente privo di dissociazioni.

Il disagio infatti reca alla pergola un flusso addirittura più marcato, un cammino di carattere, e una dilatazione.

È l’occasione liberante che riattualizza l’essere, e può traboccare.

Vuole portarci alla casa che ci appartiene, non in un territorio di cronicizzazione [inchiodato al giogo dei canoni].

 

L’agricoltore è il Padre (v.1) che taglia e sfronda la vite da germogli inutili - sebbene anch’essi in apparenza verdi (v.2) - in ordine alla maggiore vitalità del campo.

Qui si permane, cedendo le nostre previsioni alla Grazia - nella paradossale tutela della concentrazione personale.

Lasciamo a Lui la decisione di far cadere i travestimenti infecondi.

In tal guisa, sarà il sapiente Agricoltore a spegnere i modelli dispersivi e accendere la nostra voce - quella che ci appartiene.

L’energia della metamorfosi che si espanderà da situazioni critiche ci farà essere, invece di somigliare [fuori].

Da dentro, lo sguardo in stato di ricerca verrà spostato e reso essenziale, lasciando spazio alla virtù delle radici proprie.

Man mano la recita che richiedeva forzature sterili verrà sapientemente smontata - affinché non ci chiudiamo in preconcetti.

La forza apparente dovrà dare spazio alla forza reale.

Per Via, ciascuno accetterà un’altra immagine di sé; senza per questo distaccarsi dalla convivenza.

Il tener duro lascerà spazio alla flessibilità, alla melodia vocazionale.

In tal guisa, facendo largo al modo di essere autentico.

 

Imparando a guardare bene e affidarsi a tutto ciò che provvidenzialmente si affaccia, sgorgheranno risposte elastiche.

Nell’anima si riverserà la Gioia personale - non quella fatua d’euforia o esaltazione, passeggera delle molte foglie [per essere ad es. come gli altri; a tutti i costi “sicuri”, accompagnati o affastellati].

Perché non dovendo nascondere altre preferenze, un diverso carattere individuante, o le nostre stesse fragilità, diventeremo più forti.

Senza per questo imporsi di dover sempre controllare la situazione.

L’intima Letizia che ci attiverà sarà frutto d’una consapevolezza nuova, che infine contribuisce alla ‘cattolica’ convivialità delle differenze.

Coscienza che coniuga la divina proposta di Somiglianza non possessiva con la nostra capacità di accoglierci - non di lottare in modo innaturale.

Anche nelle vulnerabilità. Malgrado i diversi gusti attorno.

Un’onda vitale ad personam che diventa resilienza non comune, e diversa Felicità.

 

L’esperienza di pienezza, di corrispondenza nel comprendere il senso del proprio esserci, è opera impossibile sia in termini di capacità che di progetto.

O di previsioni cerebrali, attese normalizzate, propositi di perfezione. Sarebbe un comandamento grave.

Forzando, non deponendo i modelli mentali, non facendosi un poco da parte nei pensieri indotti, prevarrebbe infine la sensazione d’una condizione dell’essere umano sulla terra come evento conflittuale, tessuto d’inquietudine - inappagato, tragico, assurdo.

La presa di possesso di Dio non è frutto d’aspettativa alcuna, né di emozioni, situazioni a comando, bensì d’un lasciarsi salvare: farsi introdurre in una vita da salvati - che talora giunge repentina, sempre imprevista.

Amare (addirittura) Dio non può essere un’iniziativa devota: è solo risposta non a denti stretti a una Manifestazione impensabile e non allestita, che precede e sbalordisce l’identificazione religiosa, personale, del mondo.

Permanendo nella circolazione d’amore Padre-Figlio saremo avvolti da una ebbrezza che intuisce il senso e l'unicità del nostro seme.

Tutto ciò cambia il modo di vedere la vita, le relazioni, le sofferenze, e la Gioia.

Deponendo gli sforzi e il rimuginare, incontrando gli enigmi e i lati sconosciuti, ecco affiorare la Sapienza che ci abita.

 

 

Per interiorizzare e vivere il messaggio:

 

Quale linfa ti sazia, quella esterna?

Qual è la tua idea di miglioramento e Felicità?

Qual è la tua consapevolezza esistenziale di Rivelazione?

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don Giuseppe Nespeca

Giuseppe Nespeca è architetto e sacerdote. Cultore della Sacra scrittura è autore della raccolta "Due Fuochi due Vie - Religione e Fede, Vangeli e Tao"; coautore del libro "Dialogo e Solstizio".

John is the origin of our loftiest spirituality. Like him, ‘the silent ones' experience that mysterious exchange of hearts, pray for John's presence, and their hearts are set on fire (Athenagoras)
Giovanni è all'origine della nostra più alta spiritualità. Come lui, i ‘silenziosi’ conoscono quel misterioso scambio dei cuori, invocano la presenza di Giovanni e il loro cuore si infiamma (Atenagora)
This is to say that Jesus has put himself on the level of Peter, rather than Peter on Jesus' level! It is exactly this divine conformity that gives hope to the Disciple, who experienced the pain of infidelity. From here is born the trust that makes him able to follow [Christ] to the end: «This he said to show by what death he was to glorify God. And after this he said to him, "Follow me"» (Pope Benedict)
Verrebbe da dire che Gesù si è adeguato a Pietro, piuttosto che Pietro a Gesù! E’ proprio questo adeguamento divino a dare speranza al discepolo, che ha conosciuto la sofferenza dell’infedeltà. Da qui nasce la fiducia che lo rende capace della sequela fino alla fine: «Questo disse per indicare con quale morte egli avrebbe glorificato Dio. E detto questo aggiunse: “Seguimi”» (Papa Benedetto)
Unity is not made with glue [...] The great prayer of Jesus is to «resemble» the Father (Pope Francis)
L’Unità non si fa con la colla […] La grande preghiera di Gesù» è quella di «assomigliare» al Padre (Papa Francesco)
Divisions among Christians, while they wound the Church, wound Christ; and divided, we cause a wound to Christ: the Church is indeed the body of which Christ is the Head (Pope Francis)
Le divisioni tra i cristiani, mentre feriscono la Chiesa, feriscono Cristo, e noi divisi provochiamo una ferita a Cristo: la Chiesa infatti è il corpo di cui Cristo è capo (Papa Francesco)
The glorification that Jesus asks for himself as High Priest, is the entry into full obedience to the Father, an obedience that leads to his fullest filial condition [Pope Benedict]
La glorificazione che Gesù chiede per se stesso, quale Sommo Sacerdote, è l'ingresso nella piena obbedienza al Padre, un'obbedienza che lo conduce alla sua più piena condizione filiale [Papa Benedetto]
All this helps us not to let our guard down before the depths of iniquity, before the mockery of the wicked. In these situations of weariness, the Lord says to us: “Have courage! I have overcome the world!” (Jn 16:33). The word of God gives us strength [Pope Francis]
Tutto questo aiuta a non farsi cadere le braccia davanti allo spessore dell’iniquità, davanti allo scherno dei malvagi. La parola del Signore per queste situazioni di stanchezza è: «Abbiate coraggio, io ho vinto il mondo!» (Gv 16,33). E questa parola ci darà forza [Papa Francesco]
The Ascension does not point to Jesus’ absence, but tells us that he is alive in our midst in a new way. He is no longer in a specific place in the world as he was before the Ascension. He is now in the lordship of God, present in every space and time, close to each one of us. In our life we are never alone (Pope Francis)
L’Ascensione non indica l’assenza di Gesù, ma ci dice che Egli è vivo in mezzo a noi in modo nuovo; non è più in un preciso posto del mondo come lo era prima dell’Ascensione; ora è nella signoria di Dio, presente in ogni spazio e tempo, vicino ad ognuno di noi. Nella nostra vita non siamo mai soli (Papa Francesco)
The Magnificat is the hymn of praise which rises from humanity redeemed by divine mercy, it rises from all the People of God; at the same time, it is a hymn that denounces the illusion of those who think they are lords of history and masters of their own destiny (Pope Benedict)

Due Fuochi due Vie - Vol. 1 Due Fuochi due Vie - Vol. 2 Due Fuochi due Vie - Vol. 3 Due Fuochi due Vie - Vol. 4 Due Fuochi due Vie - Vol. 5 Dialogo e Solstizio I fiammiferi di Maria

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don Giuseppe Nespeca

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