Mar 26, 2025 Scritto da 

Gloria gli uni dagli altri: il Seme dentro e l’entourage fuori

(Gv 5,31-47)

 

«Ma io ho una testimonianza più grande di Giovanni» (Gv 5,36). «Gesù ha amato gli uomini nel Padre, a partire dal Padre – e così li ha amati nel loro vero essere, nella loro realtà» [Papa Benedetto].

Gesù non ama le passerelle. Il Figlio resta immerso nel Padre: non riceve appoggio e gloria da uomini o da “perimetri”, perché non è impregnato di aspettative ‘normali’.

Le attese prevedibili ritardano il germogliare del Regno, della sua caratura alternativa - nell’esperienza viva di ulteriori scambi; nella completezza di essere che ci appartiene.

La patologia della reputazione, dei convincimenti accreditati e della prassi concorde a contorno, esclude il colpo d’ali. Ma ogni speranza corta e rigida respinge Dio in nome di Dio.

Solo ciò che non è pietrificato testimonia Cristo Signore, somiglianza del Padre il quale non rigetta le nostre eccentricità, perché vuole farle crescere - recuperandone gli opposti fiorenti.

Gli stessi “momenti no” che sgretolano il prestigio sono anche una molla per attivarci e non stagnare nelle medesime situazioni di sempre; rigenerando, procedendo altrove.

Insomma, il nostro Cielo è intrecciato alla carne che trasmuta, alla terra e alla nostra polvere: sta dentro e in basso, non dietro le nuvole o nelle maniere.

 

In Gv compare spesso l’aspetto processuale-religioso cui la vicenda di Gesù è stata sottoposta.

Le aspirazioni degli uomini sono stranamente incardinate sul bisogno di riconoscersi gli uni gli altri, purchessia. Quindi sempre “quelli di prima”.

Il loro mondo, centrato sull’onore che si riceve: il tema è la Gloria - che però diventa un dialogo fra sordi.

«Doxa» nel mondo greco sta a significare manifestazione di prestigio, onore, stima.

In ebraico, il termine Gloria [Kabôd] indica ‘peso’ specifico, qualitativo (e manifestazione) del trascendente.

Quindi la ‘gloria’ che l’uomo dà a Dio - si fa per dire - è il contrario del criterio ellenista: un umile e grato riconoscimento, di ‘peso’ famigliare e umanizzante.

Nessuno è chiamato a prestigio e forza artificiose. La Gloria di Gesù stesso è stata unicamente la presa di coscienza e confessione di essere Inviato del Padre.

A noi non spetta altro.

I fallimenti che mettono in bilico la fama servono a farci accorgere di ciò che non avevamo notato, quindi a deviare da un destino conformista.

 

La Via nello Spirito è ispirata da una dimensione di Mistero e Libertà tutta da scoprire: Esodo.

Le gabbie [anche “spirituali”] colpevolizzano ogni diverso, inculcano il rimuginare, frenano le bizzarrie più feconde.

Tali intelaiature non risvegliano la creatività, anzi l’anestetizzano secondo cliché interno: dove appunto si prende «gloria gli uni dagli altri» (v.44).

Le gattabuie non insegnano a lanciarsi in modo personale e al momento giusto; e anche il ritmo non si cala sulle inclinazioni difformi, sulla loro originalità - ricchezza unica, che prepara il Nuovo irripetibile e stravagante.

Infatti l’impronta unilaterale non rispetta la natura, quindi rinforza ciò che dice di voler scacciare. Un disastro per una vita di senso e testimonianza in Cristo.

Il Signore ha avuto come unico culto quotidiano - appunto - il vuoto di sostegno sociale (non accettava le sue deviazioni) e la pienezza degli albori nel Padre.

 

 

[Giovedì 4.a sett. Quaresima, 3 aprile 2025]

508 Ultima modifica il Giovedì, 03 Aprile 2025 12:13
don Giuseppe Nespeca

Giuseppe Nespeca è architetto e sacerdote. Cultore della Sacra scrittura è autore della raccolta "Due Fuochi due Vie - Religione e Fede, Vangeli e Tao"; coautore del libro "Dialogo e Solstizio".

Praying, celebrating, imitating Jesus: these are the three "doors" - to be opened to find «the way, to go to truth and to life» (Pope Francis)
Pregare, celebrare, imitare Gesù: sono le tre “porte” — da aprire per trovare «la via, per andare alla verità e alla vita» (Papa Francesco)
In recounting the "sign" of bread, the Evangelist emphasizes that Christ, before distributing the food, blessed it with a prayer of thanksgiving (cf. v. 11). The Greek term used is eucharistein and it refers directly to the Last Supper, though, in fact, John refers here not to the institution of the Eucharist but to the washing of the feet. The Eucharist is mentioned here in anticipation of the great symbol of the Bread of Life [Pope Benedict]
Narrando il “segno” dei pani, l’Evangelista sottolinea che Cristo, prima di distribuirli, li benedisse con una preghiera di ringraziamento (cfr v. 11). Il verbo è eucharistein, e rimanda direttamente al racconto dell’Ultima Cena, nel quale, in effetti, Giovanni non riferisce l’istituzione dell’Eucaristia, bensì la lavanda dei piedi. L’Eucaristia è qui come anticipata nel grande segno del pane della vita [Papa Benedetto]
Work is part of God’s loving plan, we are called to cultivate and care for all the goods of creation and in this way share in the work of creation! Work is fundamental to the dignity of a person. Work, to use a metaphor, “anoints” us with dignity, fills us with dignity, makes us similar to God, who has worked and still works, who always acts (cf. Jn 5:17); it gives one the ability to maintain oneself, one’s family, to contribute to the growth of one’s own nation [Pope Francis]
Il lavoro fa parte del piano di amore di Dio; noi siamo chiamati a coltivare e custodire tutti i beni della creazione e in questo modo partecipiamo all’opera della creazione! Il lavoro è un elemento fondamentale per la dignità di una persona. Il lavoro, per usare un’immagine, ci “unge” di dignità, ci riempie di dignità; ci rende simili a Dio, che ha lavorato e lavora, agisce sempre (cfr Gv 5,17); dà la capacità di mantenere se stessi, la propria famiglia, di contribuire alla crescita della propria Nazione [Papa Francesco]
God loves the world and will love it to the end. The Heart of the Son of God pierced on the Cross and opened is a profound and definitive witness to God’s love. Saint Bonaventure writes: “It was a divine decree that permitted one of the soldiers to open his sacred wide with a lance… The blood and water which poured out at that moment was the price of our salvation” (John Paul II)
Il mondo è amato da Dio e sarà amato fino alla fine. Il Cuore del Figlio di Dio trafitto sulla croce e aperto, testimonia in modo profondo e definitivo l’amore di Dio. Scriverà San Bonaventura: “Per divina disposizione è stato permesso che un soldato trafiggesse e aprisse quel sacro costato. Ne uscì sangue ed acqua, prezzo della nostra salvezza” (Giovanni Paolo II))
[Nicodemus] felt the fascination of this Rabbi, so different from the others, but could not manage to rid himself of the conditioning of his environment that was hostile to Jesus, and stood irresolute on the threshold of faith (Pope Benedict)
[Nicodemo] avverte il fascino di questo Rabbì così diverso dagli altri, ma non riesce a sottrarsi ai condizionamenti dell’ambiente contrario a Gesù e resta titubante sulla soglia della fede (Papa Benedetto)
Those wounds that, in the beginning were an obstacle for Thomas’s faith, being a sign of Jesus’ apparent failure, those same wounds have become in his encounter with the Risen One, signs of a victorious love. These wounds that Christ has received for love of us help us to understand who God is and to repeat: “My Lord and my God!” (Pope Benedict)

Due Fuochi due Vie - Vol. 1 Due Fuochi due Vie - Vol. 2 Due Fuochi due Vie - Vol. 3 Due Fuochi due Vie - Vol. 4 Due Fuochi due Vie - Vol. 5 Dialogo e Solstizio I fiammiferi di Maria

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don Giuseppe Nespeca

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