Apr 12, 2025 Scritto da 

Il mondo gioioso e quello complottista

(Mt 28,8-15)

 

I Vangeli non offrono dati di cronaca del tutto conciliabili circa lo svolgimento degli eventi dopo la scoperta della «tomba vuota», ma il Messaggio di quelle tracce (dei primi accadimenti) è palese.

Nessun mausoleo, nessuna reliquia... bensì la capacità di vedere aperte le tombe - e d’indovinare vita fra passi di morte: Verità pericolosa.

Quindi lo scatenarsi d’un entusiasmo coinvolgente.

Dal sepolcro vuoto partono due cortei: Messaggere sonanti della vita inaudita, sebbene non accreditate - e guardie del sepolcro.

Accoglienza finalizzata alla testimonianza, e rifiuto di coloro che non leggono il ‘segno’ pieno di senso.

I gendarmi del mondo antico passano da una tomba all’altra; se la trascinano dietro.

Infatti ai sacerdoti annunciano il sepolcro vuoto come fosse un fatterello, controllabile, di semplice cronaca (v.11) che poi passa alla diceria, alla leggenda (v.15).

 

Nel momento in cui Mt scrive erano già ferventi le discussioni tra giudei e cristiani convertiti dal giudaismo.

I credenti si sentivano compiuti in Cristo - in tal guisa anche capaci di divulgare questa Parola-evento.

Le dispute erano accese: il brano di Vangelo ci colloca in una realtà che si è trascinata durante quasi tutto il primo secolo.

Col passare del tempo - già prima del distacco dalla sinagoga istituzionale - l’esistenza stessa delle fraternità, il loro stile di vita e la testimonianza, divennero una denuncia contro lo spirito autoritario, l’avidità, l’insegnamento e i ruoli delle guide religiose (es. At 3,1-8).

Fra mille sconvolgimenti, iniziava il mondo nuovo - annunciato a fronte alta.

L’attesa era finita: bisognava solo convincersi della realtà - non più sognare un futuro che pur procedendo tornasse al passato, o aderisse a conformismi e tornaconto.

 

Esordio e finale di Mt si richiamano.

Gesù è l’Immanu-‘El delle Scritture antiche: Dio-Con-noi. La speranza degli esclusi dal giro, vacillanti - da sempre dati in balia altrui, asserviti e succubi.

Ci si attendeva un cambiamento radicale della situazione invivibile d’ingiustizia e collasso sociale, spiritualmente spenta e abitudinaria - sopportata dai miseri nell’umiliazione di tutto l’essere.

 

Adoperandosi, le Donne non incappano in un Cristo confezionato, da trasmettere in modo impersonale.

È nel loro andare per Via che si accende uno Spirito nuovo - col gaudio contagioso della Liberazione.

L’Incontro col mondo di Dio si fa evento decisivo perché tutte (prima senza-voce) ricevono un fervente invito alla predicazione e alla vita delle Beatitudini [il Monte di Galilea, v.10: la “periferia” della vita che riprende normale; terra del ministero di Gesù e della sequela dei discepoli].

Ora da protagoniste limpide, complete e pure, cui il Mistero non resiste. 

 

Insomma, per noi: se qualcuno non scende in campo ma si rifugia, non trasmette, o ritiene neutra la Notizia della vittoria della vita sulla morte, essa rischia di diventare una fandonia.

Invece è il Risorto che viene incontro alle ridestate (v.9) - esattamente come aveva fatto col nato cieco (Gv 9,35).

Non siamo più degli scomunicati, o i prolungatori del mondo dei sepolcri; né i semplicemente risvegliati.

Siamo coloro che trasmettono impulso, brio, carattere, senso di pienezza e Mistero, che salvano - corifei di aperta contraddizione.

Progenie che sgorga non dalla tomba, ma dal mondo di Dio - fonte dell’essere indistruttibile, in cui stiamo finalmente saldi.

 

«Gioite!» (v.9) [la traduzione italiana non solo Cei è sbiadita].

 

In comunità, l’allegria per il senso di stima personale e lo spessore relazionale legati al nuovo modello di vita stravince le paure.

Le prime realtà di comunione [le «Donne»] fanno proprie il medesimo Cammino del Maestro [stringere e adorare i suoi «Piedi»].

Sorge una proposta consapevole e autonoma.

Nasce l’Annuncio di un’esperienza che fa trasalire: nel Vivente siamo noi stessi, e il Dono di sé - qualunque sia, anche prima disprezzato - produce completezza personale e coesistenza.

Chi spende ciò che è autenticamente, valorizza la sua storia: non spreca l’esistenza, ma la recupera, realizza e sublima.

Fioriscono persone nuove, interiormente rinate e non più lasciate a se stesse.

 

Vedendo lontano e procedendo sui medesimi ‘passi’ del Signore, tutti i malfermi superavano il senso d’indegnità inculcato dalla religione antica.

Consapevoli di stima, qualità personale, e altre risorse, i primi fedeli   dimostravano subito una spiccata attitudine alla franchezza.

Anche i piccoli acquistavano coraggio - recuperando i lati opposti di sé. E non più soffocati da timori d’autorità fasulle, capaci di sola ritorsione.

Ovviamente il mondo antico voleva perpetuarsi, e si difendeva con piroette e menzogne. Come ancora oggi, distribuendo favori (vv.12-15).

 

 

Per interiorizzare e vivere il messaggio:

 

Quali potenze interiori ed esteriori accentuano i disturbi e combattono la tua capacità di Annuncio?

 

 

Angelo del Consiglio e suoi ministri

 

Ma l’Angelo della risurrezione richiama anche un altro significato. Bisogna ricordare, infatti, che il termine “angelo” oltre a definire gli Angeli, creature spirituali dotate di intelligenza e volontà, servitori e messaggeri di Dio, è anche uno dei titoli più antichi attribuiti a Gesù stesso. Leggiamo ad esempio in Tertulliano, III secolo: “Egli - cioè Cristo - è stato anche chiamato «angelo del consiglio», cioè annunziatore, che è un termine che denota un ufficio, non la natura. In effetti, egli doveva annunziare al mondo il grande disegno del Padre per la restaurazione dell’uomo” (De carne Christi, 14). Così Tertulliano. Gesù Cristo, il Figlio di Dio, dunque, viene chiamato anche l’Angelo di Dio Padre: Egli è il Messaggero per eccellenza del suo amore. Cari amici, pensiamo ora a ciò che Gesù risorto disse agli Apostoli: “Come il Padre ha mandato me, anch’io mando voi” (Gv 20,21); e comunicò ad essi il suo Santo Spirito. Ciò significa che, come Gesù è stato annunciatore dell’amore di Dio Padre, anche noi lo dobbiamo essere della carità di Cristo: siamo messaggeri della sua risurrezione, della sua vittoria sul male e sulla morte, portatori del suo amore divino. Certo, rimaniamo per natura uomini e donne, ma riceviamo la missione di “angeli”, messaggeri di Cristo.

[Papa Benedetto, Regina Coeli 5 aprile 2010]

 

(Lunedì dell’Angelo, 21 aprile 2025)

420 Ultima modifica il Lunedì, 21 Aprile 2025 12:00
don Giuseppe Nespeca

Giuseppe Nespeca è architetto e sacerdote. Cultore della Sacra scrittura è autore della raccolta "Due Fuochi due Vie - Religione e Fede, Vangeli e Tao"; coautore del libro "Dialogo e Solstizio".

Praying, celebrating, imitating Jesus: these are the three "doors" - to be opened to find «the way, to go to truth and to life» (Pope Francis)
Pregare, celebrare, imitare Gesù: sono le tre “porte” — da aprire per trovare «la via, per andare alla verità e alla vita» (Papa Francesco)
In recounting the "sign" of bread, the Evangelist emphasizes that Christ, before distributing the food, blessed it with a prayer of thanksgiving (cf. v. 11). The Greek term used is eucharistein and it refers directly to the Last Supper, though, in fact, John refers here not to the institution of the Eucharist but to the washing of the feet. The Eucharist is mentioned here in anticipation of the great symbol of the Bread of Life [Pope Benedict]
Narrando il “segno” dei pani, l’Evangelista sottolinea che Cristo, prima di distribuirli, li benedisse con una preghiera di ringraziamento (cfr v. 11). Il verbo è eucharistein, e rimanda direttamente al racconto dell’Ultima Cena, nel quale, in effetti, Giovanni non riferisce l’istituzione dell’Eucaristia, bensì la lavanda dei piedi. L’Eucaristia è qui come anticipata nel grande segno del pane della vita [Papa Benedetto]
Work is part of God’s loving plan, we are called to cultivate and care for all the goods of creation and in this way share in the work of creation! Work is fundamental to the dignity of a person. Work, to use a metaphor, “anoints” us with dignity, fills us with dignity, makes us similar to God, who has worked and still works, who always acts (cf. Jn 5:17); it gives one the ability to maintain oneself, one’s family, to contribute to the growth of one’s own nation [Pope Francis]
Il lavoro fa parte del piano di amore di Dio; noi siamo chiamati a coltivare e custodire tutti i beni della creazione e in questo modo partecipiamo all’opera della creazione! Il lavoro è un elemento fondamentale per la dignità di una persona. Il lavoro, per usare un’immagine, ci “unge” di dignità, ci riempie di dignità; ci rende simili a Dio, che ha lavorato e lavora, agisce sempre (cfr Gv 5,17); dà la capacità di mantenere se stessi, la propria famiglia, di contribuire alla crescita della propria Nazione [Papa Francesco]
God loves the world and will love it to the end. The Heart of the Son of God pierced on the Cross and opened is a profound and definitive witness to God’s love. Saint Bonaventure writes: “It was a divine decree that permitted one of the soldiers to open his sacred wide with a lance… The blood and water which poured out at that moment was the price of our salvation” (John Paul II)
Il mondo è amato da Dio e sarà amato fino alla fine. Il Cuore del Figlio di Dio trafitto sulla croce e aperto, testimonia in modo profondo e definitivo l’amore di Dio. Scriverà San Bonaventura: “Per divina disposizione è stato permesso che un soldato trafiggesse e aprisse quel sacro costato. Ne uscì sangue ed acqua, prezzo della nostra salvezza” (Giovanni Paolo II))
[Nicodemus] felt the fascination of this Rabbi, so different from the others, but could not manage to rid himself of the conditioning of his environment that was hostile to Jesus, and stood irresolute on the threshold of faith (Pope Benedict)
[Nicodemo] avverte il fascino di questo Rabbì così diverso dagli altri, ma non riesce a sottrarsi ai condizionamenti dell’ambiente contrario a Gesù e resta titubante sulla soglia della fede (Papa Benedetto)
Those wounds that, in the beginning were an obstacle for Thomas’s faith, being a sign of Jesus’ apparent failure, those same wounds have become in his encounter with the Risen One, signs of a victorious love. These wounds that Christ has received for love of us help us to understand who God is and to repeat: “My Lord and my God!” (Pope Benedict)

Due Fuochi due Vie - Vol. 1 Due Fuochi due Vie - Vol. 2 Due Fuochi due Vie - Vol. 3 Due Fuochi due Vie - Vol. 4 Due Fuochi due Vie - Vol. 5 Dialogo e Solstizio I fiammiferi di Maria

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don Giuseppe Nespeca

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