Mag 2, 2025 Scritto da 

Quale Persona non ci costringe a essere unilaterali?

«Da Chi andremo?». La Fede, segno critico (non attenuato)

(Gv 6,60-69)

 

Un Dio a nostro livello? «Questo Logos è sclerotico» (v.60) - come dire: immaginare che l’Altissimo si accomuni ai ‘minimi’ in tutto è posizione incomprensibile e offensiva.

Può l’Eterno riconoscersi in un semplice figlio d’uomo?

Come nel suo ministero in Giudea, l’ultima attività di Gesù in Galilea termina con un insuccesso (v.66).

Anche i discepoli che gustano la nuova Parola restano delusi.

Molti del popolo lo cercavano come facitore di miracoli - continuando ad accontentarsi dei punti di riferimento dominanti, del medesimo pane materiale di sempre.

Cristo non è per il continuare ad adeguarsi, ma per un Nutrimento consistente. Ecco la crisi: essa non manca quando si è posti di fronte a scelte serie.

Il Maestro aveva una chiave di lettura diversa. E il dramma nuziale non si poteva risolvere in comode parentesi.

Proposte quali la comunione dei beni, la scelta dell’ultimo posto, il benvenuto concesso non solo ai vicini del clan e così via, ribaltano l’idea di grandezza e fallimento.

 

L’interrogativo inquieta: «Ma volete andarvene anche voi?» (v.67).

Pietro risponde al plurale, esprimendo la Fede del piccolo gruppo che si azzarda, senza troppe chiavi di circostanza - e che può essere nostra.

La crisi di Galilea non è un pallido ricordo storico, ma uno spartiacque al centro del quale siamo tutti - ogni giorno. Un evento persistente, che ci divide dai facili entusiasmi, ma conduce il viaggio autentico.

Accogliere questa sfida conclusiva, muta le frontiere del mondo ristretto che aggroviglia l’anima, quindi il corso dell’esistenza… anche quella ambiziosa dei discepoli che forse non volevano i disagi d’un altro ‘regno’.

Le fila si assottigliano, le scelte non sono più scontate, le voci sono tante [e pure le mezze misure]. Il posto sicuro d’un tempo è insidiato.

Conviene essere coerenti? Non è meglio adeguarsi a rapporti di forza o mode?

 

La Fede unisce al Signore, l’ascolto dona la giusta posizione, e nell’Eucaristia si produce l’intreccio delle nature, umana e divina.

Le aspirazioni profonde guidano oltre i calcoli e l’ordine naturale. In noi, l’incarnazione e l’azione dell’unica Guida di cui ci si può fidare, continua.

La purezza della verità non s’infrange, anzi si riversa.

 

Dinanzi agli stenti nel deserto, il popolo aveva dubitato della presenza divina [«in mezzo a noi»].

Lo stesso capitava nelle comunità giovannee di fine primo secolo, che si interrogavano sulla Presenza del Risorto nello ‘spezzare il pane’.

Alcuni avevano abbandonato la chiesa per tornare alle «cipolle d’Egitto».

D’altro canto, nella zona di Efeso non mancavano benessere e attrattive - garantite e sacralizzate dalla religiosità pagana.

La stessa vita devota polarizzata intorno all’indotto economico del Tempio di Artemide - trasformato in una delle maggiori banche dell’oriente antico - garantiva una spensieratezza e una qualità di vita ben più “solida” e appariscente dell’umile segno Eucaristico.

Cosa potevano valere quelle briciole a confronto di una delle sette Meraviglie del mondo antico?

 

Con Gesù rimane solo un gruppetto sparuto, che però è più intimo - e si fa la domanda giusta:

È dignitoso anche non essere primi della classe, e “vincenti”?

Chi… sa valorizzare la storia, e ogni percorso, perfino le defezioni?

Quale Persona non ci costringe a essere unilaterali?

 

 

[Sabato 3.a sett. di Pasqua, 10 maggio 2025]

282 Ultima modifica il Sabato, 10 Maggio 2025 12:00
don Giuseppe Nespeca

Giuseppe Nespeca è architetto e sacerdote. Cultore della Sacra scrittura è autore della raccolta "Due Fuochi due Vie - Religione e Fede, Vangeli e Tao"; coautore del libro "Dialogo e Solstizio".

Jesus asks us to abide in his love, to dwell in his love, not in our ideas, not in our own self-worship. Those who dwell in self-worship live in the mirror: always looking at themselves. He asks us to overcome the ambition to control and manage others. Not controlling, serving them (Pope Francis)
Gesù ci chiede di rimanere nel suo amore, abitare nel suo amore, non nelle nostre idee, non nel culto di noi stessi. Chi abita nel culto di sé stesso, abita nello specchio: sempre a guardarsi. Ci chiede di uscire dalla pretesa di controllare e gestire gli altri. Non controllare, servirli (Papa Francesco)
In this passage, the Lord tells us three things about the true shepherd:  he gives his own life for his sheep; he knows them and they know him; he is at the service of unity [Pope Benedict]
In questo brano il Signore ci dice tre cose sul vero pastore: egli dà la propria vita per le pecore; le conosce ed esse lo conoscono; sta a servizio dell'unità [Papa Benedetto]
Jesus, Good Shepherd and door of the sheep, is a leader whose authority is expressed in service, a leader who, in order to command, gives his life and does not ask others to sacrifice theirs. One can trust in a leader like this (Pope Francis)
Gesù, pastore buono e porta delle pecore, è un capo la cui autorità si esprime nel servizio, un capo che per comandare dona la vita e non chiede ad altri di sacrificarla. Di un capo così ci si può fidare (Papa Francesco)
In today’s Gospel passage (cf. Jn 10:27-30) Jesus is presented to us as the true Shepherd of the People of God. He speaks about the relationship that binds him to the sheep of the flock, namely, to his disciples, and he emphasizes the fact that it is a relationship of mutual recognition […] we see that Jesus’ work is explained in several actions: Jesus speaks; Jesus knows; Jesus gives eternal life; Jesus safeguards (Pope Francis)
Nel Vangelo di oggi (cfr Gv 10,27-30) Gesù si presenta come il vero Pastore del popolo di Dio. Egli parla del rapporto che lo lega alle pecore del gregge, cioè ai suoi discepoli, e insiste sul fatto che è un rapporto di conoscenza reciproca […] vediamo che l’opera di Gesù si esplica in alcune azioni: Gesù parla, Gesù conosce, Gesù dà la vita eterna, Gesù custodisce (Papa Francesco)
To enter into communion with God, before observing the laws or satisfying religious precepts, it is necessary to live out a real and concrete relationship with him […] And this “scandalousness” is well represented by the sacrament of the Eucharist: what sense can there be, in the eyes of the world, in kneeling before a piece of bread? Why on earth should someone be nourished assiduously with this bread? The world is scandalized (Pope Francis)
Per entrare in comunione con Dio, prima di osservare delle leggi o soddisfare dei precetti religiosi, occorre vivere una relazione reale e concreta con Lui […] E questa “scandalosità” è ben rappresentata dal sacramento dell’Eucaristia: che senso può avere, agli occhi del mondo, inginocchiarsi davanti a un pezzo di pane? Perché mai nutrirsi assiduamente di questo pane? Il mondo si scandalizza (Papa Francesco)
What is meant by “eat the flesh and drink the blood” of Jesus? Is it just an image, a figure of speech, a symbol, or does it indicate something real? (Pope Francis)
Che significa “mangiare la carne e bere il sangue” di Gesù?, è solo un’immagine, un modo di dire, un simbolo, o indica qualcosa di reale? (Papa Francesco)

Due Fuochi due Vie - Vol. 1 Due Fuochi due Vie - Vol. 2 Due Fuochi due Vie - Vol. 3 Due Fuochi due Vie - Vol. 4 Due Fuochi due Vie - Vol. 5 Dialogo e Solstizio I fiammiferi di Maria

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