Nel Vangelo di oggi Gesù rimprovera le città che, pur avendo ricevuto meravigliosi benefici, non si erano convertite. Echeggia:
«Guai a te, Corazin! Guai a te Betsàida!» (Mt 11,21).
All’orizzonte campeggia il Giudizio!
Francesco d’Assisi, profondamente grato a Dio per averlo tratto dalla vita cortese e svagata del mondo al servizio del Vangelo, anche lui un giorno mosse rimprovero a chi immerso nel vizio e nel mondano non accennava a convertirsi.
Le Fonti, attraverso la Leggenda Maggiore, narrano in merito:
"Nel tempo in cui il Santo giaceva malato a Rieti, portarono da lui, steso su un lettuccio, un canonico, di nome Gedeone, vizioso e mondano, colpito da una grave malattia.
Il canonico lo pregava piangendo, insieme con i presenti, di benedirlo col segno della croce.
Ma il Santo gli replicò:
«Come potrò segnarti con la croce, se finora sei vissuto seguendo gli istinti della carne, senza timore dei giudizi di Dio?
Ad ogni modo, per la devozione e le preghiere di queste persone che intercedono per te, ti benedirò col segno della croce in nome del Signore.
Tu, però, sappi che andrai incontro a castighi più gravi, se una volta guarito, tornerai al vomito. Perché il peccato d’ingratitudine si merita sempre punizioni peggiori delle prime».
Appena ebbe tracciato su di lui il segno della croce, colui che giaceva rattrappito si alzò risanato e, prorompendo nelle Lodi di Dio, esclamò:
«Sono guarito!» […]
Ma costui, passato un po’ di tempo, si dimenticò di Dio e si abbandonò di nuovo all’impudicizia.
Ebbene, una sera che era andato a cena in casa di un altro canonico e vi era rimasto per passare la notte, improvvisamente il tetto della casa crollò.
Ma, mentre tutto gli altri riuscirono a sfuggire alla morte, solo quel misero fu sorpreso e ucciso.
Per giusto giudizio di Dio l’ultima condizione di quell’uomo fu peggiore della prima, a causa del peccato d’ingratitudine e del disprezzo di Dio, giacché è necessario essere grati per il perdono ricevuto, e il delitto ripetuto dispiace doppiamente" (FF 1192).
Alla fine resterà solo la sua Misericordia a braccetto con la Giustizia.
«Tuttavia vi dico: per Tiro e Sidone sarà più sopportabile nel giorno del giudizio che per voi» (Mt 11,22)
Martedì della 15.a sett. T.O. (Mt 11,20-24)