Apr 11, 2025 Scritto da 

E tu sii benedetto per avermi redenta

Il sabato santo, giorno di silenziosa attesa, era per Francesco e Chiara occasione di speciale unità con Maria, la Madre di Gesù, che con Lui visse tutti i misteri della redenzione.

Al pari di Francesco, Chiara partecipò "in simbiosi" con Cristo alla sua Passione.

Nella contemplazione le fu dato di sperimentare il Mistero Pasquale dello Sposo, conoscendo la profondità del martirio di Lui.

Immobile e fuori di sé dal giovedì santo, arrivò al sabato santo con una indicibile ‘unità cristica’.

Leggiamo nelle Fonti passi preziosi al riguardo:

"Venendo poi la notte dopo il venerdì, la figlia devota accende una candela e con un cenno, non con le parole, ricorda alla Madre il comando di San Francesco.

Il Santo le aveva ordinato, infatti, di non lasciar passare giorno alcuno senza cibo.

E, mentre le stava in piedi davanti, Chiara, come ritornando da un altro luogo, proferì queste parole:

«Che bisogno c’è della candela? Non è forse giorno?».

«Madre - le risponde quella - il giorno è passato ed è ritornata un’altra notte».

E a lei Chiara:

«Sia benedetto questo sonno, carissima figlia; perché, dopo averlo tanto desiderato, mi è stato dato in dono.

Ma guardati dal raccontare di questo sonno a qualcuno, finché vivo in questo corpo»” (FF 3217).

Al momento del suo commiato, come “Altera-Maria” visse con il cuore sempre ai piedi della croce e nella fede, tra le lacrime delle figlie desolate.

E volgendosi alla sua anima disse:

«Va’, sicura - le dice - perché hai buona scorta, nel viaggio. Va’, perché Colui che t’ha creata, ti ha santificata e sempre guardandoti come una madre suo figlio, ti ha amata con tenero amore».

«E tu, Signore, - soggiunse - sii benedetto, che mi hai creata».

Interrogandola una delle sorelle a chi stesse parlando, rispose:

«Io parlo all’anima mia benedetta»*.

E ormai quella gloriosa scorta non era molto lontana.

Volgendosi infatti a una figlia, le domanda:

«Vedi tu il Re della gloria, che io vedo, o figlia?» (FF 3252).

Chiara era ormai vicina al passare da questo mondo al Padre, quando una sua figlia, su cui si posò lo Spirito del Signore, vide, con gli occhi del corpo, questa beatificante visione:

"Trafitta invero dal dardo di un profondo dolore, volge lo sguardo verso la porta della casa: ed ecco, entra una schiera di vergini in bianche vesti e tutte hanno ghirlande d’oro sul capo.

Si avanza tra loro una più splendente delle altre, dalla cui corona, che appare alla sommità come un turibolo traforato, s’irradia un tale splendore da mutare in luce del giorno l’oscurità della notte tra le pareti della casa.

Si avvicina al lettuccio, dove giace la Sposa del Figlio e, chinandosi su di lei con tenerissimo amore, le dona un dolcissimo abbraccio.

Le vergini distendono un pallio di meravigliosa bellezza e, tutte a gara servendo, rivestono il corpo di Chiara e ne adornano il talamo" (FF 3253).

La Vergine Maria, la Madre di Gesù, Colei che aveva vissuto con la Povera il sabato santo, era venuta a prenderla per condurla dal suo Figlio glorioso, crocifisso e Risorto.

Un albeggiare colmo di attesa, e gravido - nella potenza dello Spirito.

 

«Non abbiate paura, voi; so infatti che cercate Gesù, il crocifisso. Non è qui […]» (Mt 28,5-6a).

«Chi ci rotolerà via la pietra dalla porta del sepolcro?» (Mc 16,3).

«Il Figlio dell’uomo deve essere consegnato nelle mani di uomini peccatori ed essere crocifisso e il terzo giorno risorgere» (Lc 24,7).

 

* È la notte tra il venerdì e il sabato prima della morte di Chiara, cioè la notte tra l’8 e il 9 agosto 1253.

 

 

Sabato santo - Veglia Pasquale (Mt 28,1-10); (Mc 16,1-7); (Lc 24,1-12).

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Teresa Girolami

Teresa Girolami è laureata in Materie letterarie e Teologia. Ha pubblicato vari testi, fra cui: "Pellegrinaggio del cuore" (Ed. Piemme); "I Fiammiferi di Maria - La Madre di Dio in prosa e poesia"; "Tenerezza Scalza - Natura di donna"; co-autrice di "Dialogo e Solstizio".

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Praying, celebrating, imitating Jesus: these are the three "doors" - to be opened to find «the way, to go to truth and to life» (Pope Francis)
Pregare, celebrare, imitare Gesù: sono le tre “porte” — da aprire per trovare «la via, per andare alla verità e alla vita» (Papa Francesco)
In recounting the "sign" of bread, the Evangelist emphasizes that Christ, before distributing the food, blessed it with a prayer of thanksgiving (cf. v. 11). The Greek term used is eucharistein and it refers directly to the Last Supper, though, in fact, John refers here not to the institution of the Eucharist but to the washing of the feet. The Eucharist is mentioned here in anticipation of the great symbol of the Bread of Life [Pope Benedict]
Narrando il “segno” dei pani, l’Evangelista sottolinea che Cristo, prima di distribuirli, li benedisse con una preghiera di ringraziamento (cfr v. 11). Il verbo è eucharistein, e rimanda direttamente al racconto dell’Ultima Cena, nel quale, in effetti, Giovanni non riferisce l’istituzione dell’Eucaristia, bensì la lavanda dei piedi. L’Eucaristia è qui come anticipata nel grande segno del pane della vita [Papa Benedetto]
Work is part of God’s loving plan, we are called to cultivate and care for all the goods of creation and in this way share in the work of creation! Work is fundamental to the dignity of a person. Work, to use a metaphor, “anoints” us with dignity, fills us with dignity, makes us similar to God, who has worked and still works, who always acts (cf. Jn 5:17); it gives one the ability to maintain oneself, one’s family, to contribute to the growth of one’s own nation [Pope Francis]
Il lavoro fa parte del piano di amore di Dio; noi siamo chiamati a coltivare e custodire tutti i beni della creazione e in questo modo partecipiamo all’opera della creazione! Il lavoro è un elemento fondamentale per la dignità di una persona. Il lavoro, per usare un’immagine, ci “unge” di dignità, ci riempie di dignità; ci rende simili a Dio, che ha lavorato e lavora, agisce sempre (cfr Gv 5,17); dà la capacità di mantenere se stessi, la propria famiglia, di contribuire alla crescita della propria Nazione [Papa Francesco]
God loves the world and will love it to the end. The Heart of the Son of God pierced on the Cross and opened is a profound and definitive witness to God’s love. Saint Bonaventure writes: “It was a divine decree that permitted one of the soldiers to open his sacred wide with a lance… The blood and water which poured out at that moment was the price of our salvation” (John Paul II)
Il mondo è amato da Dio e sarà amato fino alla fine. Il Cuore del Figlio di Dio trafitto sulla croce e aperto, testimonia in modo profondo e definitivo l’amore di Dio. Scriverà San Bonaventura: “Per divina disposizione è stato permesso che un soldato trafiggesse e aprisse quel sacro costato. Ne uscì sangue ed acqua, prezzo della nostra salvezza” (Giovanni Paolo II))
[Nicodemus] felt the fascination of this Rabbi, so different from the others, but could not manage to rid himself of the conditioning of his environment that was hostile to Jesus, and stood irresolute on the threshold of faith (Pope Benedict)
[Nicodemo] avverte il fascino di questo Rabbì così diverso dagli altri, ma non riesce a sottrarsi ai condizionamenti dell’ambiente contrario a Gesù e resta titubante sulla soglia della fede (Papa Benedetto)
Those wounds that, in the beginning were an obstacle for Thomas’s faith, being a sign of Jesus’ apparent failure, those same wounds have become in his encounter with the Risen One, signs of a victorious love. These wounds that Christ has received for love of us help us to understand who God is and to repeat: “My Lord and my God!” (Pope Benedict)

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