Giu 12, 2025 Scritto da 

Tesori e Riscatto

Salmo 48,14-21 - L’umana ricchezza non salva

La liturgia ci ripresenta il Salmo 48 di taglio sapienziale, di cui ora è stata proclamata la seconda parte (cfr vv. 14-21). Come la precedente (cfr vv. 1-13) su cui ci siamo già soffermati, anche questa sezione del Salmo condanna l’illusione generata dall’idolatria della ricchezza. È, questa, una delle tentazioni costanti dell’umanità: aggrappandosi al denaro, considerato come dotato di una forza invincibile, ci si illude di poter «comperare anche la morte», allontanandola da sé.

2. In realtà la morte irrompe con la sua capacità di demolire ogni illusione, spazzando via ogni ostacolo, umiliando ogni confidenza in se stesso (cfr v. 14) e avviando ricchi e poveri, sovrani e sudditi, stolti e sapienti verso l’aldilà. Efficace è l’immagine che il Salmista tratteggia presentando la morte come un pastore che conduce con mano ferma il gregge delle creature corruttibili (cfr v. 15). Il Salmo 48 ci propone, dunque, una realistica e severa meditazione sulla morte, traguardo ineludibile fondamentale dell’esistenza umana.

Spesso noi cerchiamo in tutti i modi di ignorare questa realtà, allontanandone il pensiero dal nostro orizzonte. Ma questa fatica, oltre che inutile, è anche inopportuna. La riflessione sulla morte, infatti, si rivela benefica perché relativizza tante realtà secondarie che abbiamo purtroppo assolutizzato, come appunto la ricchezza, il successo, il potere… Per questo un sapiente dell’Antico Testamento, il Siracide, ammonisce: «In tutte le tue opere ricordati della tua fine e non cadrai mai nel peccato» (7,36).

3. Ma ecco nel nostro Salmo una svolta decisiva. Se il denaro non riesce a «riscattarci» dalla morte (cfr Sal 48,8-9), c’è, però, uno che può redimerci da quell’orizzonte oscuro e drammatico. Dice, infatti, il Salmista: «Dio potrà riscattarmi, mi strapperà dalla mano della morte» (v. 16).

Si apre, così, per il giusto, un orizzonte di speranza e di immortalità. Alla domanda posta all’inizio del Salmo («Perché temere?»: v. 6), viene data adesso la risposta: «Se vedi un uomo arricchirsi, non temere» (v. 17).

4. Il giusto, povero e umiliato nella storia, quando giunge alla frontiera ultima della vita, è senza beni, non ha nulla da versare come «riscatto» per fermare la morte e sottrarsi al suo gelido abbraccio. Ma ecco la grande sorpresa: Dio stesso versa un riscatto e strappa dalle mani della morte il suo fedele, perché Egli è l’unico che può vincere la morte, inesorabile nei confronti delle creature umane.

Per questo il Salmista invita a «non temere» e a non invidiare il ricco sempre più arrogante nella sua gloria (cfr ibid.) perché, giunto alla morte, sarà spogliato di tutto, non potrà portare con sé né oro né argento, né fama né successo (cfr vv. 18-19). Il fedele, invece, non sarà abbandonato dal Signore, che gli indicherà «il sentiero della vita, gioia piena alla sua presenza, dolcezza senza fine alla sua destra» (cfr Sal 15,11).

5. E allora potremmo porre, a conclusione della meditazione sapienziale del Salmo 48, le parole di Gesù che ci delinea il vero tesoro che sfida la morte: «Non accumulatevi tesori sulla terra, dove tignuola e ruggine consumano e dove ladri scassinano e rubano; accumulatevi invece tesori nel cielo, dove né tignuola né ruggine consumano, e dove ladri non scassinano e non rubano. Perché là dov’è il tuo tesoro, sarà anche il tuo cuore» (Mt 6,19-21).

6. Sulla scia delle parole di Cristo, sant’Ambrogio nel suo Commento al Salmo 48 ribadisce in modo netto e fermo l’inconsistenza delle ricchezze: «Sono tutte cose caduche e fanno più presto ad andarsene di quanto sono venute. Un tesoro di questo tipo non è che un sogno. Ti svegli ed è già scomparso, perché l’uomo che riuscirà a smaltire la sbornia di questo mondo e ad appropriarsi la sobrietà della virtù, disprezza tutte queste cose e non dà valore alcuno al denaro» (Commento a dodici salmi, n. 23: SAEMO, VIII, Milano-Roma 1980, p. 275).

7. Il Vescovo di Milano invita quindi a non lasciarsi ingenuamente attrarre dalle ricchezze e dalla gloria umana: «Non aver timore, nemmeno quando sentirai che si è ingigantita la gloria di qualche potente casato! Sappi guardare a fondo con attenzione, e ti apparirà vuota se non ha con sé una briciola della pienezza della fede». Di fatto, prima che venisse Cristo, l’uomo era rovinato e vuoto: «La rovinosa caduta di quell’antico Adamo ci ha svuotati, ma ci ha riempiti la grazia di Cristo. Egli ha svuotato se stesso per riempire noi e per far abitare nella carne dell’uomo la pienezza della virtù». Sant’Ambrogio conclude che proprio per questo ora, con san Giovanni, possiamo esclamare: «Dalla sua pienezza noi tutti abbiamo ricevuto e grazia su grazia» (Gv 1,16) (cfr ibid.).

[Papa Giovanni Paolo II, Udienza Generale 27 ottobre 2004]

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don Giuseppe Nespeca

Giuseppe Nespeca è architetto e sacerdote. Cultore della Sacra scrittura è autore della raccolta "Due Fuochi due Vie - Religione e Fede, Vangeli e Tao"; coautore del libro "Dialogo e Solstizio".

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Today’s Gospel reminds us that faith in the Lord and in his Word does not open a way for us where everything is easy and calm; it does not rescue us from life’s storms. Faith gives us the assurance of a Presence (Pope Francis)
Il Vangelo di oggi ci ricorda che la fede nel Signore e nella sua parola non ci apre un cammino dove tutto è facile e tranquillo; non ci sottrae alle tempeste della vita. La fede ci dà la sicurezza di una Presenza (Papa Francesco)
Dear friends, “in the Eucharist Jesus also makes us witnesses of God’s compassion towards all our brothers and sisters. The Eucharistic mystery thus gives rise to a service of charity towards neighbour” (Post-Synodal Apostolic Exhortation Sacramentum Caritatis, 88) [Pope Benedict]
Cari amici, “nell’Eucaristia Gesù fa di noi testimoni della compassione di Dio per ogni fratello e sorella. Nasce così intorno al Mistero eucaristico il servizio della carità nei confronti del prossimo” (Esort. ap. postsin. Sacramentum caritatis, 88) [Papa Benedetto]
The fool in the Bible, the one who does not want to learn from the experience of visible things, that nothing lasts for ever but that all things pass away, youth and physical strength, amenities and important roles. Making one's life depend on such an ephemeral reality is therefore foolishness (Pope Benedict)
L’uomo stolto nella Bibbia è colui che non vuole rendersi conto, dall’esperienza delle cose visibili, che nulla dura per sempre, ma tutto passa: la giovinezza come la forza fisica, le comodità come i ruoli di potere. Far dipendere la propria vita da realtà così passeggere è, dunque, stoltezza (Papa Benedetto)
We see this great figure, this force in the Passion, in resistance to the powerful. We wonder: what gave birth to this life, to this interiority so strong, so upright, so consistent, spent so totally for God in preparing the way for Jesus? The answer is simple: it was born from the relationship with God (Pope Benedict)
Noi vediamo questa grande figura, questa forza nella passione, nella resistenza contro i potenti. Domandiamo: da dove nasce questa vita, questa interiorità così forte, così retta, così coerente, spesa in modo così totale per Dio e preparare la strada a Gesù? La risposta è semplice: dal rapporto con Dio (Papa Benedetto)
Christians are a priestly people for the world. Christians should make the living God visible to the world, they should bear witness to him and lead people towards him (Pope Benedict)
I cristiani sono popolo sacerdotale per il mondo. I cristiani dovrebbero rendere visibile al mondo il Dio vivente, testimoniarLo e condurre a Lui (Papa Benedetto)
The discovery of the Kingdom of God can happen suddenly like the farmer who, ploughing, finds an unexpected treasure; or after a long search, like the pearl merchant who eventually finds the most precious pearl, so long dreamt of (Pope Francis)
La scoperta del Regno di Dio può avvenire improvvisamente come per il contadino che arando, trova il tesoro insperato; oppure dopo lunga ricerca, come per il mercante di perle, che finalmente trova la perla preziosissima da tempo sognata (Papa Francesco)
Christ is not resigned to the tombs that we have built for ourselves (Pope Francis)
Cristo non si rassegna ai sepolcri che ci siamo costruiti (Papa Francesco)
We must not fear the humility of taking little steps, but trust in the leaven that penetrates the dough and slowly causes it to rise (cf. Mt 13:33) [Pope Benedict]
Occorre non temere l’umiltà dei piccoli passi e confidare nel lievito che penetra nella pasta e lentamente la fa crescere (cfr Mt 13,33) [Papa Benedetto]

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