Mag 1, 2025 Scritto da 

Mistica della Carne e Sangue

Nessuna marcia trionfale: frammenti, per conciliare

(Gv 6,52-59)

 

Il tema eucaristico veicola un messaggio fondamentale, sulla qualità di Vita dell’Eterno che possiamo sperimentare già qui e ora.

La Vita dell’Eterno non è effetto del “credere” esterno in Gesù. Convinzione che ci fermerebbe, e perderebbe il ‘contatto’.

Invece essa si fa reciproca, evolve, ci recupera, come in una energia naturale.

Ecco il crudo Alimento, e Bevanda: ‘masticarlo’ e ‘frantumarlo’, ‘berlo’ e ‘tracannarlo’ persino [verbi usati nel testo greco].

Assimilazione totale, che si converte in un vissuto - Dono da Persona a persona.

Il Cibo di cui nutrirsi non è un sigillo; piuttosto, un moto perenne e convocatore.

Non una dottrina logica, compassata e consenziente, bensì Parola-evento che coinvolge appieno.

E la sua vicenda - con tutti i risvolti di persecuzione subita, e asprezza, nonché attività di denuncia.

[È un aspetto che va in sintonia con la cosiddetta preghiera ispirata «nel Nome di Gesù» ossia un’orazione intrisa del portato e carico drammatico della sua vicenda storica; che non ci spiritualizza né anestetizza affatto, perché contrappone i testimoni critici alle situazioni installate].

Per questo motivo, ecco la Persona del Cristo - nella sua vera e piena realtà umana, offerta e rotta; nel suo insegnamento autentico e vicenda di agnello pasquale.

Fra lupi che lo hanno triturato.

È il brusco tramite, per il quale è data e conservata la Vita dell’Eterno.

In tal senso l’Eucaristia accolta nella nuda Fede è Presenza reale (non simbolica) del Risorto.

La durezza del vocabolario usato - poco intimista - graffia la vita dei credenti con effetti concreti in prima persona, non automatici né magici.

La Fede mette in rilievo la nuzialità paradigmatica «Vuoi unire la tua vita alla mia?»: è luogo privilegiato - di cui ci nutriamo e abbeveriamo anche nelle sue stesse asprezze, per esplicarlo.

È Corrente di vita dal Padre attraverso il Figlio, assimilato in noi: non la devozione.

«Avere la Vita» è stare uniti a Gesù - ma non in modo dolciastro, sentimentale, o abbacinante.

Siamo fecondati e mandati, fatti Uno col «Figlio dell’uomo» [la misura divina per ciascuno di noi] nell’Alleanza degli accadimenti.

Relazione, motivo, veicolo, movimento unificatore, anticipazione, che dispiegano la Comunione tra Padre e Figlio - senza immobilità e soste.

Il Patto di un nuovo regno è vita in Dio: carica che non si esaurisce, e c’introduce nella gloria paradossale e piagata della comunità dei figli.

L’Eucaristia è punto di riferimento della Chiesa, talora dispersa nelle ipnosi di eventi esteriori.

Assemblea che riconosce se stessa; definisce cos’è chiamata a essere. E non deve trovare altrove i suoi vincoli perenni.

 

Alcuni passi di Gv sono una interessante testimonianza storica della catechesi di fine primo secolo nelle comunità dell’Asia Minore.

Fraternità alla ricerca di motivazioni ancestrali, delle energie più antiche, che si ergessero sui turbini della persecuzione e non alterassero la coscienza in Cristo.

L’istruzione era configurata a brevi domande e risposte, formulate per accogliere pagani, arginare defezioni, approfondire tematiche.

Argomenti e spinte che distinguessero la Fede viva da una religiosità del passato e dai suoi schemi perfezionisti o commemorativi.

Stilemi che era opportuno deporre, per saziare la fame e sete di pienezza - conquistando libertà, letizia, nonché un essere più completo, totale, indistruttibile.

Con crudezza polemica, Gesù insiste a proporsi come Agnello della vera Pasqua.

Agnello che rudemente pestato, trinciato, ridotto in briciole, acciaccato, sminuzzato, e assorbito totalmente, potesse liberare dalle schiavitù, e regalare la gioia dell’estasi.

In tal guisa, introducendo i suoi in traiettorie spigolose, ma vere - infine riannodate, sia per attivare la realizzazione autentica delle singole persone, che per qualità di coesistenza.

La sua proposta passava attraverso una impertinente trasgressione del purismo, del legalismo, e della cultura intimista, devota in genere.

In quell’ambito si proibiva in assoluto di assumere sangue, considerato sede della vita.

Fare propria la vicenda del Cristo totale - così discosto dal pensiero controllato - era marcare contestazione.

Era rifiuto dei simboli, delle norme, di abitudini o mode. Non ci sarebbe stata alternativa, né compromesso non offensivo.

Non solo: bisognava anche cambiare testa a coloro che immaginavano di potersi accodare con tornaconto (individuale o di gruppo) all’idea arcaica di Messia potente, vincitore, e garante.

Magari adeguabile, flessibile; a disposizione per ogni genere di alleanza Gesù-Impero, che già incantava qualcuno.

Insomma, altre “manne” o dipendenze affettive esterne, stemperate, centrate sui condizionamenti, non potevano essere neanche pallide figure dell’Alimento Vivente.

 

La Comunione di vita con la Persona concreta del Signore è solo quella del Figlio con il Padre.

Coltivandola, la sogniamo e la teniamo lì, insieme alle nostre vicende - affinché esse si nutrano di quel medesimo Spirito.

Lasciando evolvere le motivazioni e il mondo d’immagini legato alla Cena del Signore, ci lasciamo condurre dal Segno efficace.

Esso guiderà e addirittura porterà proprio là dove dobbiamo andare.

Arrendendosi a tale memoriale che dona intimo impulso, succederà qualcosa - affinché l'anima scenda in campo.

Aspettando di essere pronti, impareremo a capire la fecondità e sapienza del Dono-e-Risposta spezzata che incessantemente partorisce altre tappe, ancora attivando differenti risorse, forse sconosciute.

Qui è il Giudizio del Crocifisso piagato che sparge ‘vita’ autentica anche inclemente; senza mirabili sintonie dattorno.

Ciò prendendo la nostra carne e sangue [coinvolge persino il corpo e gli umori] che a Lui assimila gli scartati, i fuori dal giro di troni terreni, e cordate opportuniste.

Cosa urtante per la mentalità volgare esterna. Mondo di convinzioni che alza difese e cerca l’approvazione, il riconoscimento, le conquiste; miraggi di successo, cose che tutti vogliono.

Diminuzione che non attira consenso entusiasta, bensì ripugna alle normali attese dei soliti cori di gloria - delle sinfonie di acclamazione per il successo vorticoso e disponibile, ma attenuante.

 

Carne e Sangue: gettati nei solchi della storia.

Coinvolti senza smorzare lo Spirito; in modo personale e intimo. Corpo Unico, assimilato a Lui e alla sua vicenda.

Primizie di nessuna marcia trionfale: anche noi divenuti alimento, briciole e frammenti, per conciliare.

Altrimenti il tempo delle Promesse non può compiersi.

 

 

Per interiorizzare e vivere il messaggio:

 

Quale comprensione dimostri assumendo l’Alimento e la Bevanda della Vita? Tutto tranquillo?

Come ritieni opportuno coniugare e approfondire la Fede nella Presenza reale del Risorto con l’asprezza della vita?

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don Giuseppe Nespeca

Giuseppe Nespeca è architetto e sacerdote. Cultore della Sacra scrittura è autore della raccolta "Due Fuochi due Vie - Religione e Fede, Vangeli e Tao"; coautore del libro "Dialogo e Solstizio".

In this passage, the Lord tells us three things about the true shepherd:  he gives his own life for his sheep; he knows them and they know him; he is at the service of unity [Pope Benedict]
In questo brano il Signore ci dice tre cose sul vero pastore: egli dà la propria vita per le pecore; le conosce ed esse lo conoscono; sta a servizio dell'unità [Papa Benedetto]
Jesus, Good Shepherd and door of the sheep, is a leader whose authority is expressed in service, a leader who, in order to command, gives his life and does not ask others to sacrifice theirs. One can trust in a leader like this (Pope Francis)
Gesù, pastore buono e porta delle pecore, è un capo la cui autorità si esprime nel servizio, un capo che per comandare dona la vita e non chiede ad altri di sacrificarla. Di un capo così ci si può fidare (Papa Francesco)
In today’s Gospel passage (cf. Jn 10:27-30) Jesus is presented to us as the true Shepherd of the People of God. He speaks about the relationship that binds him to the sheep of the flock, namely, to his disciples, and he emphasizes the fact that it is a relationship of mutual recognition […] we see that Jesus’ work is explained in several actions: Jesus speaks; Jesus knows; Jesus gives eternal life; Jesus safeguards (Pope Francis)
Nel Vangelo di oggi (cfr Gv 10,27-30) Gesù si presenta come il vero Pastore del popolo di Dio. Egli parla del rapporto che lo lega alle pecore del gregge, cioè ai suoi discepoli, e insiste sul fatto che è un rapporto di conoscenza reciproca […] vediamo che l’opera di Gesù si esplica in alcune azioni: Gesù parla, Gesù conosce, Gesù dà la vita eterna, Gesù custodisce (Papa Francesco)
To enter into communion with God, before observing the laws or satisfying religious precepts, it is necessary to live out a real and concrete relationship with him […] And this “scandalousness” is well represented by the sacrament of the Eucharist: what sense can there be, in the eyes of the world, in kneeling before a piece of bread? Why on earth should someone be nourished assiduously with this bread? The world is scandalized (Pope Francis)
Per entrare in comunione con Dio, prima di osservare delle leggi o soddisfare dei precetti religiosi, occorre vivere una relazione reale e concreta con Lui […] E questa “scandalosità” è ben rappresentata dal sacramento dell’Eucaristia: che senso può avere, agli occhi del mondo, inginocchiarsi davanti a un pezzo di pane? Perché mai nutrirsi assiduamente di questo pane? Il mondo si scandalizza (Papa Francesco)
What is meant by “eat the flesh and drink the blood” of Jesus? Is it just an image, a figure of speech, a symbol, or does it indicate something real? (Pope Francis)
Che significa “mangiare la carne e bere il sangue” di Gesù?, è solo un’immagine, un modo di dire, un simbolo, o indica qualcosa di reale? (Papa Francesco)
What does bread of life mean? We need bread to live. Those who are hungry do not ask for refined and expensive food, they ask for bread. Those who are unemployed do not ask for enormous wages, but the “bread” of employment. Jesus reveals himself as bread, that is, the essential, what is necessary for everyday life; without Him it does not work (Pope Francis)
Che cosa significa pane della vita? Per vivere c’è bisogno di pane. Chi ha fame non chiede cibi raffinati e costosi, chiede pane. Chi è senza lavoro non chiede stipendi enormi, ma il “pane” di un impiego. Gesù si rivela come il pane, cioè l’essenziale, il necessario per la vita di ogni giorno, senza di Lui la cosa non funziona (Papa Francesco)

Due Fuochi due Vie - Vol. 1 Due Fuochi due Vie - Vol. 2 Due Fuochi due Vie - Vol. 3 Due Fuochi due Vie - Vol. 4 Due Fuochi due Vie - Vol. 5 Dialogo e Solstizio I fiammiferi di Maria

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don Giuseppe Nespeca

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