Giu 7, 2025 Scritto da 

Progetto, Opera, Sviluppo: Diversità è arricchimento

Ss. Trinità

Pr 8,22-31; Rom 5,1-5; Gv 16,12-15 (anno C)

 

La Scrittura attesta che il Signore procede col suo popolo e si manifesta nella storia, ma non è legato a un territorio o alture particolari, bensì alla donna e all’uomo.

L’Eterno è «Dio di Abramo e di Isacco e di Giacobbe» (Mt 22,32; Mc 12,26; Lc 20,37; cf. Es 3,6).

Egli è «Colui che sarà» [Es 3,14 testo ebraico] ossia: nello svolgersi degli eventi le persone fanno esperienza essenziale del Vivente come Liberatore, e Sposo [cf. l’oscillante vicenda affettiva di Osea].

Ma nella pienezza del suo cuore, unicamente Gesù lo manifesta - ancora nella Prima Alleanza confuso con un legislatore arcigno, notaio, giudice che interviene per tagliare o distinguere, poi attende per la resa dei conti.

L’Onnipotente sogna di trasmettere vita e creare Famiglia, non dividere amici incontaminati da nemici impuri, o capaci e incapaci.

Tale diventa l’intima espressione della donna e dell’uomo autentici; cifra dell’identità della Chiesa che non si pronuncia al minimo.

Carta d’identità dei figli è la fede in un Dio che crea, fa Alleanza, è vicino, redime, consente la fioritura in qualsiasi accadimento o età.

 

La prima Lettura mette in luce il Progetto del Padre, il quale dispiega il suo essere mentre viene assistito dalla deliziosa figura della Sapienza.

La Creazione riflette il proponimento d’amore divino, che si manifesta nell’incanto d’un passeggiare gioioso con noi.

Egli desidera rimanere sulla terra, senza condizioni.

Sua Beatitudine? La stessa nostra; di ogni creatura, che ama fiorire malgrado i conflitti.

Ciò appunto - se il figlio pur malfermo  non si sente frutto del caso, anzi coglie gli attimi di confusione della vita come fossero quelli d’un cantiere [perché il Disegno sa dove andare].

Disordine, materiali accatastati, scompiglio, inediti a ogni pie’ sospinto; ma non ci si perde: dentro l'anima c’è l’immagine-prototipo di un ‘programma’ che consente tentativi ed errori, anzi fa leva su di essi.

È un Progetto che recupera tutte le energie sparse e i sentieri interrotti, creando varietà impensabili, quindi essenze svariate. Come farebbe un Genitore che si compiace della ricca prole, delle differenti opere dei suoi intimi nei più svariati campi, manifestate in mille sfaccettature.

 

Se il Progetto che guida è del Creatore, la vetta e l’Opera sono del Figlio.

La seconda Lettura fa comprendere che il Padre non ha considerato conclusa la sua attività concedendo il semplice input all’essere e alle essenze - abbandonando poi la realtà e gli uomini; e ritirandosi lassù.

Per Grazia, nella Fede siamo partecipi di Dio, abbiamo accesso diretto alla sua azione indipendente, a Lui stesso (Rm 5,2).

La Persona e vicenda di Gesù narrano di un Regno nel quale non si teme che la santità sia messa in pericolo dal contatto col mondo.

C’è un solo problema che taglia il Dialogo con l’Altissimo (v.3): credere che il nostro vanto sia di genere ovvio.

Di fronte ai nostri simili ci gloriamo di traguardi, ruoli, titoli e successi [capita anche nel cammino di perfezione religiosa]. Ma il Figlio annuncia che il Padre è solo Comprensione immeritata. 

Impariamo finalmente che l’ossessione di farsi ammirare dall’esterno - e il piacere dell’approvazione a ogni costo - non sono affatto “laVia.

Infatti la vera Scia - l’Opera genuina - è unicamente del Figlio, il quale avendo corrisposto sino in fondo all’iniziativa di Dio Padre, Giustifica.

L’Amico interiore poi non ci ‘rende giusti’ rivestendoci esteriormente e in modo puntuale, bensì in un processo esistenziale, che sposta gli equilibri (vv.3-4).

Il Signore opera nell’intimo tramite l’esperienza. Lo fa anche assediando “l’altro” noi-stessi che abbiamo messo da parte.

In tal guisa modificando il cuore rattrappito e migliorandoci con la sua Amicizia appassionata, riproposta in nuove opportunità di vita.

 

Il Vangelo fa appello al senso misterioso, incognito, del Dono totale di sé.

Non è semplice sostenerne il «peso» [Gv 16,12: allude alla Croce] né coglierne i risvolti e immaginarne la paradossale Fecondità.

Lo Sviluppo che ne sgorga è l’empatia, il portato, l’azione dello Spirito.

Gesto dispiegato che interiorizza questa proposta non solo stranissima, ma assurda: quella del trionfo nella perdita, e persino della Vita dalla morte.

Lo sperimentiamo in atto: nei recuperi inspiegabili che rendono gloria a Dio (v.14) [ossia rinnovano i rapporti] e rimettono in piedi persone che neppure hanno stima di sé.

Solo in questo modo si attua il Disegno di Salvezza.

Uscendo dall’ombra altrui, l’opportunista diventa giusto, il dubbioso più sicuro, l’infelice riprende a sperare; tutti possono vivere felicemente.

La Diversità accettata diventa impulso all’arricchimento e matrice di sviluppo.

L’identificazione sociale non c’entra più. In noi c’è altro.

 

Egli stesso è «Colui che sarà»: via le zavorre, il Meglio deve ancora Venire. Motivo per non scappare più dai grandi Desideri.

 

 

[Ss.Trinità, 15 giugno 2025]

540 Ultima modifica il Domenica, 15 Giugno 2025 12:14
don Giuseppe Nespeca

Giuseppe Nespeca è architetto e sacerdote. Cultore della Sacra scrittura è autore della raccolta "Due Fuochi due Vie - Religione e Fede, Vangeli e Tao"; coautore del libro "Dialogo e Solstizio".

Dear friends, “in the Eucharist Jesus also makes us witnesses of God’s compassion towards all our brothers and sisters. The Eucharistic mystery thus gives rise to a service of charity towards neighbour” (Post-Synodal Apostolic Exhortation Sacramentum Caritatis, 88) [Pope Benedict]
Cari amici, “nell’Eucaristia Gesù fa di noi testimoni della compassione di Dio per ogni fratello e sorella. Nasce così intorno al Mistero eucaristico il servizio della carità nei confronti del prossimo” (Esort. ap. postsin. Sacramentum caritatis, 88) [Papa Benedetto]
The fool in the Bible, the one who does not want to learn from the experience of visible things, that nothing lasts for ever but that all things pass away, youth and physical strength, amenities and important roles. Making one's life depend on such an ephemeral reality is therefore foolishness (Pope Benedict)
L’uomo stolto nella Bibbia è colui che non vuole rendersi conto, dall’esperienza delle cose visibili, che nulla dura per sempre, ma tutto passa: la giovinezza come la forza fisica, le comodità come i ruoli di potere. Far dipendere la propria vita da realtà così passeggere è, dunque, stoltezza (Papa Benedetto)
We see this great figure, this force in the Passion, in resistance to the powerful. We wonder: what gave birth to this life, to this interiority so strong, so upright, so consistent, spent so totally for God in preparing the way for Jesus? The answer is simple: it was born from the relationship with God (Pope Benedict)
Noi vediamo questa grande figura, questa forza nella passione, nella resistenza contro i potenti. Domandiamo: da dove nasce questa vita, questa interiorità così forte, così retta, così coerente, spesa in modo così totale per Dio e preparare la strada a Gesù? La risposta è semplice: dal rapporto con Dio (Papa Benedetto)
Christians are a priestly people for the world. Christians should make the living God visible to the world, they should bear witness to him and lead people towards him (Pope Benedict)
I cristiani sono popolo sacerdotale per il mondo. I cristiani dovrebbero rendere visibile al mondo il Dio vivente, testimoniarLo e condurre a Lui (Papa Benedetto)
The discovery of the Kingdom of God can happen suddenly like the farmer who, ploughing, finds an unexpected treasure; or after a long search, like the pearl merchant who eventually finds the most precious pearl, so long dreamt of (Pope Francis)
La scoperta del Regno di Dio può avvenire improvvisamente come per il contadino che arando, trova il tesoro insperato; oppure dopo lunga ricerca, come per il mercante di perle, che finalmente trova la perla preziosissima da tempo sognata (Papa Francesco)
Christ is not resigned to the tombs that we have built for ourselves (Pope Francis)
Cristo non si rassegna ai sepolcri che ci siamo costruiti (Papa Francesco)
We must not fear the humility of taking little steps, but trust in the leaven that penetrates the dough and slowly causes it to rise (cf. Mt 13:33) [Pope Benedict]
Occorre non temere l’umiltà dei piccoli passi e confidare nel lievito che penetra nella pasta e lentamente la fa crescere (cfr Mt 13,33) [Papa Benedetto]
The disciples, already know how to pray by reciting the formulas of the Jewish tradition, but they too wish to experience the same “quality” of Jesus’ prayer (Pope Francis)
I discepoli, sanno già pregare, recitando le formule della tradizione ebraica, ma desiderano poter vivere anche loro la stessa “qualità” della preghiera di Gesù (Papa Francesco)

Due Fuochi due Vie - Vol. 1 Due Fuochi due Vie - Vol. 2 Due Fuochi due Vie - Vol. 3 Due Fuochi due Vie - Vol. 4 Due Fuochi due Vie - Vol. 5 Dialogo e Solstizio I fiammiferi di Maria

duevie.art

don Giuseppe Nespeca

Tel. 333-1329741


Disclaimer

Questo blog non rappresenta una testata giornalistica in quanto viene aggiornato senza alcuna periodicità. Non può pertanto considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge N°62 del 07/03/2001.
Le immagini sono tratte da internet, ma se il loro uso violasse diritti d'autore, lo si comunichi all'autore del blog che provvederà alla loro pronta rimozione.
L'autore dichiara di non essere responsabile dei commenti lasciati nei post. Eventuali commenti dei lettori, lesivi dell'immagine o dell'onorabilità di persone terze, il cui contenuto fosse ritenuto non idoneo alla pubblicazione verranno insindacabilmente rimossi.