Mag 8, 2025 Scritto da 

La fede senza occhiali: non è alienazione, né una truffa

La fede non è né una alienazione né una truffa, ma è un cammino concreto di bellezza e di verità, tracciato da Gesù, per preparare i nostri occhi a fissare senza occhiali «il volto meraviglioso di Dio» nel posto definitivo che è preparato per ciascuno. È un invito a non farsi prendere dalla paura e a vivere la vita come una preparazione a vedere meglio, ascoltare meglio e amare di più […]

Papa Francesco ha centrato l’omelia sul passo evangelico di san Giovanni (14, 1-6): «Non sia turbato il vostro cuore. Abbiate fede in Dio e abbiate fede anche in me. Nella casa del Padre mio vi sono molte dimore. Se no, vi avrei mai detto: “Vado a prepararvi un posto”? Quando sarò andato e vi avrò preparato un posto, verrò di nuovo e vi prenderò con me, perché dove sono io siate anche voi. E del luogo dove io vado, conoscete la via».

«Queste parole di Gesù — ha commentato il Pontefice — sono proprio parole bellissime. In un momento di congedo, Gesù parla ai suoi discepoli proprio dal cuore. Lui sa che i suoi discepoli sono tristi, perché si accorgono che la cosa non va bene». Ecco, allora, che Gesù li incoraggia, li rincuora, li rassicura, propone loro un orizzonte di speranza: «Non sia turbato il vostro cuore! E comincia a parlare così, come un amico, anche con l’atteggiamento di un pastore. Io dico: la musica di queste parole di Gesù è l’atteggiamento del pastore, come il pastore fa con le sue pecorelle. “Non sia turbato il vostro cuore. Abbiate fede in Dio e abbiate fede anche in me”».

Pronunciare queste parole, secondo la narrazione evangelica di san Giovanni, Gesù — ha detto il Papa — «comincia a parlare: di che? Del cielo, della patria definitiva. “Abbiate fede anche in me: io rimango fedele” è come se dicesse questo». E utilizzando la metafora, «la figura dell’ingegnere, dell’architetto dice loro quello che andrà a fare: “Vado a prepararvi un posto, nella casa del Padre mio vi sono molte dimore”. E Gesù va a prepararci un posto».

«Com’è — si è chiesto Papa Francesco — questa preparazione? Come avviene? Com’è quel posto? Cosa significa preparare il posto? Affittare una stanza lassù?». Preparare il posto significa «preparare la nostra possibilità di godere, la nostra possibilità di vedere, di sentire, di capire la bellezza di quello che ci aspetta, di quella patria verso la quale noi camminiamo».

«E tutta la vita cristiana — ha proseguito il Pontefice — è un lavoro di Gesù, dello Spirito Santo per prepararci un posto, prepararci gli occhi per poter vedere». «“Ma, Padre, io vedo bene! Non ho bisogno degli occhiali!”. Ma quella è un’altra visione. Pensiamo a quelli che sono malati di cataratta e devono farsi operare la cataratta: loro vedono, ma dopo l’intervento cosa dicono? “Mai ho pensato che si potesse vedere così, senza occhiali, tanto bene!”. Gli occhi nostri, gli occhi della nostra anima hanno bisogno, hanno necessità di essere preparati per guardare quel volto meraviglioso di Gesù». Si tratta, allora, di «preparare l’udito per poter sentire le cose belle, le parole belle. E principalmente preparare il cuore: preparare il cuore per amare, amare di più».

«Nel cammino della vita — ha spiegato il Pontefice — il Signore sempre fa questo: con le prove, con le consolazioni, con le tribolazioni, con le cose buone. Tutto il cammino della vita è un cammino di preparazione. Alcune volte il Signore deve farlo in fretta, come ha fatto con il buon ladrone: aveva soltanto pochi minuti per prepararlo e l’ha fatto. Ma la normalità della vita è andare così: lasciarsi preparare il cuore, gli occhi, l’udito per arrivare a questa patria. Perché quella è la nostra patria».

Papa Francesco ha messo in guardia dal perdere di vista questa dimensione fondamentale della nostra vita e del cammino di fede e dalle obiezioni di chi non riconosce una prospettiva di eternità: «“Ma, Padre, io sono andato da un filosofo e mi ha detto che tutti questi pensieri sono una alienazione, che noi siamo alienati, che la vita è questa, il concreto, e di là non si sa cosa sia …”. Alcuni la pensano così. Ma Gesù ci dice che non è così e ci dice: “abbiate fede anche in me. Questo che io ti dico è la verità: io non ti truffo, io non ti inganno”. Siamo in cammino verso la patria, noi figli della stirpe di Abramo, come dice san Paolo nella prima lettura» (Atti degli apostoli 13, 26-33).

«E dal tempo di Abramo — ha affermato il Papa — siamo in cammino, con quella promessa della patria definitiva. Se noi andiamo a leggere il capitolo undicesimo della lettera agli Ebrei troveremo quella bella figura dei nostri antenati, dei nostri padri, che hanno fatto questo cammino verso la patria e la salutavano da lontano. Prepararsi al cielo è incominciare a salutarlo da lontano». E «questa non è alienazione: questa è la verità, questo è lasciare che Gesù prepari il nostro cuore, i nostri occhi per quella bellezza tanto grande. È il cammino della bellezza. Anche il cammino del ritorno alla patria».

Il Papa ha concluso l’omelia auspicando «che il Signore ci dia questa speranza forte» e «ci dia anche il coraggio di salutare la patria da lontano». E infine «ci dia l’umiltà di lasciarci preparare, cioè di lasciare il Signore preparare la dimora, la dimora definitiva, nel nostro cuore, nei nostri occhi e nel nostro udito».

[Papa Francesco, omelia s. Marta in L’Osservatore Romano 26 aprile 2013] [cf. https://www.vatican.va/content/francesco/en/cotidie/2013/documents/papa-francesco-cotidie_20130425_magnanimity-humility.html]

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don Giuseppe Nespeca

Giuseppe Nespeca è architetto e sacerdote. Cultore della Sacra scrittura è autore della raccolta "Due Fuochi due Vie - Religione e Fede, Vangeli e Tao"; coautore del libro "Dialogo e Solstizio".

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Are we not perhaps all afraid in some way? If we let Christ enter fully into our lives, if we open ourselves totally to him, are we not afraid that He might take something away from us? Are we not perhaps afraid to give up something significant, something unique, something that makes life so beautiful? Do we not then risk ending up diminished and deprived of our freedom? (Pope Benedict)
Non abbiamo forse tutti in qualche modo paura - se lasciamo entrare Cristo totalmente dentro di noi, se ci apriamo totalmente a lui – paura che Egli possa portar via qualcosa della nostra vita? Non abbiamo forse paura di rinunciare a qualcosa di grande, di unico, che rende la vita così bella? Non rischiamo di trovarci poi nell’angustia e privati della libertà? (Papa Benedetto)
For Christians, volunteer work is not merely an expression of good will. It is based on a personal experience of Christ (Pope Benedict)
Per i cristiani, il volontariato non è soltanto espressione di buona volontà. È basato sull’esperienza personale di Cristo (Papa Benedetto)
"May the peace of your kingdom come to us", Dante exclaimed in his paraphrase of the Our Father (Purgatorio, XI, 7). A petition which turns our gaze to Christ's return and nourishes the desire for the final coming of God's kingdom. This desire however does not distract the Church from her mission in this world, but commits her to it more strongly [John Paul II]
‘Vegna vêr noi la pace del tuo regno’, esclama Dante nella sua parafrasi del Padre Nostro (Purgatorio XI,7). Un’invocazione che orienta lo sguardo al ritorno di Cristo e alimenta il desiderio della venuta finale del Regno di Dio. Questo desiderio però non distoglie la Chiesa dalla sua missione in questo mondo, anzi la impegna maggiormente [Giovanni Paolo II]
Let our prayer spread out and continue in the churches, communities, families, the hearts of the faithful, as though in an invisible monastery from which an unbroken invocation rises to the Lord (John Paul II)
La nostra preghiera si diffonda e continui nelle chiese, nelle comunità, nelle famiglie, nei cuori credenti, come in un monastero invisibile, da cui salga al Signore una invocazione perenne (Giovanni Paolo II)
"The girl is not dead, but asleep". These words, deeply revealing, lead me to think of the mysterious presence of the Lord of life in a world that seems to succumb to the destructive impulse of hatred, violence and injustice; but no. This world, which is yours, is not dead, but sleeps (Pope John Paul II)
“La bambina non è morta, ma dorme”. Queste parole, profondamente rivelatrici, mi inducono a pensare alla misteriosa presenza del Signore della vita in un mondo che sembra soccombere all’impulso distruttore dell’odio, della violenza e dell’ingiustizia; ma no. Questo mondo, che è vostro, non è morto, ma dorme (Papa Giovanni Paolo II)
Today’s Gospel passage (cf. Lk 10:1-12, 17-20) presents Jesus who sends 72 disciples on mission, in addition to the 12 Apostles. The number 72 likely refers to all the nations. Indeed, in the Book of Genesis 72 different nations are mentioned (cf. 10:1-32) [Pope Francis]
L’odierna pagina evangelica (cfr Lc 10,1-12.17-20) presenta Gesù che invia in missione settantadue discepoli, in aggiunta ai dodici apostoli. Il numero settantadue indica probabilmente tutte le nazioni. Infatti nel libro della Genesi si menzionano settantadue nazioni diverse (cfr 10,1-32) [Papa Francesco]

Due Fuochi due Vie - Vol. 1 Due Fuochi due Vie - Vol. 2 Due Fuochi due Vie - Vol. 3 Due Fuochi due Vie - Vol. 4 Due Fuochi due Vie - Vol. 5 Dialogo e Solstizio I fiammiferi di Maria

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