Gesù, il vero Pastore, discutendo con i capi Giudei sotto il portico di Salomone fa loro presente che essi non sono sue pecore. Queste, infatti, ascoltano la sua voce e lo seguono. Le autorità invece non credono neppure all’evidenza delle sue opere.
Francesco fu un pastore dal cuore tenero, ma fermo, nel cammino da seguire sulle orme di Cristo.
In tal senso vari passi delle Fonti illuminano circa il suo itinerario. Nelle sue Ammonizioni il Poverello scrive:
«Guardiamo con attenzione, fratelli tutti, il buon pastore che per salvare le sue pecore sostenne la passione della croce.
Le pecore del Signore l’hanno seguito nella tribolazione e persecuzione, nell’ignominia e nella fame, nella infermità e nella tentazione e in altre cose simili; e ne hanno ricevuto in cambio dal Signore la vita eterna» (FF 155).
Ancora, la Leggenda maggiore di San Bonaventura c’informa:
"Un giorno, trovandosi in cammino nei pressi di Siena, incontrò un grande gregge di pecore al pascolo. Secondo il suo solito, le salutò benevolmente, e quelle, smettendo di brucare, corsero tutte insieme da lui, sollevando il muso e fissandolo con gli occhi alzati.
Gli fecero tanta festa che i frati e i pastori ne rimasero stupefatti, vedendo gli agnelli e perfino gli arieti saltellargli intorno in modo così meraviglioso" (FF 1147).
E trovandosi S. Francesco insieme a S. Domenico a Roma, in casa del cardinale d’Ostia, dinanzi a questi così parlò dei suoi frati, con grande umiltà:
«Signore, i miei frati proprio per questo sono stati chiamati Minori, perché non presumano di diventare maggiori.
Il nome stesso insegna loro a rimanere in basso ed a seguire le orme dell’umiltà di Cristo, per essere alla fine innalzati più degli altri al cospetto dei Santi.
Se volete - continuò - che portino frutto nella Chiesa, manteneteli e conservateli nello stato della loro vocazione, e riportateli in basso anche contro loro volontà.
Per questo, Padre, ti prego: affinché non siano tanto più superbi quanto più poveri e non si mostrino arroganti verso gli altri, non permettete in nessun modo che ottengano cariche» (FF 732).
Sì, Francesco pregava il Padre celeste perché conservasse le sue pecore nell’umiltà e non fossero strappate dalla sua mano.
Il Povero d’Assisi portò in sé tutti i tratti dell’autentico pastore.
«Le mie pecore ascoltano la mia voce e io le conosco e mi seguono» (Gv 10,27).
Domenica 4.a di Pasqua C (Gv 10,27-30)