Francesco, il Piccolo di Dio, spesso istruiva i suoi frati a non essere servitori della zizzania seminata nel mondo dal maligno, a non seguire le sue logiche perverse e anti evangeliche. Raccomandava loro di vivere la Parola seminata da Cristo.
Troviamo, infatti, nei suoi scritti:
«Tutti quelli e quelle che […] camminano dietro la cattiva concupiscenza […] e non osservano quelle cose che hanno promesso al Signore e servono […] alle sollecitudini del mondo e alle preoccupazioni di questa vita: costoro sono prigionieri del diavolo, del quale sono figli e fanno le opere; sono ciechi, poiché non vedono la vera luce, il Signore nostro Gesù Cristo. Non hanno la Sapienza spirituale, poiché non posseggono il Figlio di Dio, che è la vera sapienza del Padre» (FF 178/4).
Altresì, come ebbe a spiegare al Sommo Pontefice da cui si recò per l’approvazione della Regola, i figli di Dio non hanno da temere:
«Non c’è da temere che muoiano di fame i figli ed eredi dell’Eterno Re; perché essi, a somiglianza di Cristo, sono nati da una madre povera, per virtù dello Spirito Santo e sono stati generati, per virtù dello spirito di povertà, in una religione poverella.
Se, infatti, il Re del Cielo promette ai suoi imitatori il Regno Eterno, quanto più provvederà per loro quelle cose che elargisce senza distinzione ai buoni e ai cattivi» (FF 1064).
«Il campo buono è il mondo; il buon seme, questi sono i figli del Regno. Invece le zizzanie sono i figli del malvagio» (Mt 13,38)
Sabato della 16.a sett. T.O. (Mt 13,24-30)