Mar 11, 2025 Scritto da 

Annunciazione a Giuseppe: senso e valore del Dubbio

(Mt 1,16.18-21.24)

 

«Anche attraverso l’angustia di Giuseppe passa la volontà di Dio, la sua storia, il suo progetto. Giuseppe ci insegna così che avere fede in Dio comprende pure il credere che Egli può operare anche attraverso le nostre paure, le nostre fragilità, la nostra debolezza. E ci insegna che, in mezzo alle tempeste della vita, non dobbiamo temere di lasciare a Dio il timone della nostra barca. A volte noi vorremmo controllare tutto, ma Lui ha sempre uno sguardo più grande» [Patris Corde n.2].

 

Incarnazione: il Padre si colloca a fianco dei suoi figli e figlie. Non solo non teme di rendersi impuro nel contatto con le cose che riguardano le dinamiche umane: addirittura si riconosce nella loro Condizione.

Per questo motivo, dall’imbarazzo di Giuseppe scaturisce addirittura il culmine dell’intera Storia di Salvezza.

Le fonti attestano che non era affatto un personaggio col giglio in mano, ma forse questo può interessarci sino a un certo punto.

La narrazione di Mt colpisce, perché il discrimine e le possibilità d’irruzione (della vetta stessa) del Disegno di Dio sull’umanità sembrano scaturiti non da una certezza, ma da un Dubbio.

Il punto interrogativo coinvolge. Il disagio semina dentro un nuovo Germe. Strappa e abbatte le pianticelle tutte uguali dell’erba infestante la vita piena - che era Legge cesellata sulle apparenze.

Il “problema” guida a sognare ben altri orizzonti da aprire, e in prima persona. L’esitazione conduce fuori dalle gabbie mentali che mortificano i rapporti, prima ridotti a casistiche.

La perplessità fa valicare l’opinione comune, che attenua e spegne la Novità di Dio.

L’esitazione cerca fenditure esistenziali, perché vuole introdurci in territori di vita - dove anche gli altri possono attingere esperienze differenti, percezioni variegate, e momenti in cui avere in dono intuizioni decisive.

La sua Energia sapiente trova brecce e piccoli varchi; agisce per farci evolvere come figli dell’Eternità - anche suscitando disagi, che inondano l’esistenza di sospensioni creative e nuova passione.

La sua lucida Azione s’introduce attraverso Sogni che scrollano di dosso i progetti consueti, o stati d’animo che mettono in bilico; e le strettoie di un pensiero emarginato che fa ritrovare il motivo per cui siamo nati, scoprire la nostra parte nel mondo.

Ogni oscillazione, ogni dolore, ogni pericolo, ogni trasloco, possono diventare un ‘parto’ verso l’Originalità - senza prima le identificazioni.

L’Unicità non fa smarrire la Fonte che ‘veglia’ in noi. Guai a sottrarsi: perderemmo la nostra destinazione.

Lo Spirito che s’infila nei pertugi delle mentalità standard trova un punto intimo che consente di fiorire diversamente adesso, in grado di far venir fuori l’essenza di chi siamo autenticamente, smettendo di copiare cliché.

Allora non continueremo a chiederci Ma di chi è la colpa? Come tamponare la situazione? A chi conviene appoggiarsi?. Bensì: Qual è la nuova ‘vita’ che devo esplorare? Cosa c’è ancora da scoprire?.

Infatti il morso dei dubbi non fa diventare credenti-spazzatura, come ipotizzato nelle religioni disciplinate, legaliste - nelle filosofie puritane dalla sapienza artificiosa - bensì amici, figli adottivi [ossia scelti] ed eredi.

Grazie alla Relazione di Fede, non siamo più persi nel deserto - perché le tante cose e gli azzardi diventano dialogo di peso specifico: siamo a Casa, nel rispetto del nostro misterioso carattere e Chiamata.

Iniziamo come Giuseppe a essere presenti a noi stessi. E cambiando sguardo, si godrà la Bellezza del Nuovo.

 

«San Giuseppe ci ricorda che tutti coloro che stanno apparentemente nascosti o in “seconda linea” hanno un protagonismo senza pari nella storia della salvezza. A tutti loro va una parola di riconoscimento e di gratitudine» [Patris Corde intr.].

 

 

Per interiorizzare e vivere il messaggio:

In quale occasione il ‘dubbio’ ti ha aperto orizzonti da sbalordire? Nei momenti belli e colorati della vita sei forse partito da una tua certezza?

 

 

[S. Giuseppe, 19 marzo]

538 Ultima modifica il Mercoledì, 19 Marzo 2025 13:32
don Giuseppe Nespeca

Giuseppe Nespeca è architetto e sacerdote. Cultore della Sacra scrittura è autore della raccolta "Due Fuochi due Vie - Religione e Fede, Vangeli e Tao"; coautore del libro "Dialogo e Solstizio".

The Eucharist draws us into Jesus' act of self-oblation. More than just statically receiving the incarnate Logos, we enter into the very dynamic of his self-giving [Pope Benedict]
L'Eucaristia ci attira nell'atto oblativo di Gesù. Noi non riceviamo soltanto in modo statico il Logos incarnato, ma veniamo coinvolti nella dinamica della sua donazione [Papa Benedetto]
Jesus, the true bread of life that satisfies our hunger for meaning and for truth, cannot be “earned” with human work; he comes to us only as a gift of God’s love, as a work of God (Pope Benedict)
Gesù, vero pane di vita che sazia la nostra fame di senso, di verità, non si può «guadagnare» con il lavoro umano; viene a noi soltanto come dono dell’amore di Dio, come opera di Dio (Papa Benedetto)
Jesus, who shared his quality as a "stone" in Simon, also communicates to him his mission as a "shepherd". It is a communication that implies an intimate communion, which also transpires from the formulation of Jesus: "Feed my lambs... my sheep"; as he had already said: "On this rock I will build my Church" (Mt 16:18). The Church is property of Christ, not of Peter. Lambs and sheep belong to Christ, and to no one else (Pope John Paul II)
Gesù, che ha partecipato a Simone la sua qualità di “pietra”, gli comunica anche la sua missione di “pastore”. È una comunicazione che implica una comunione intima, che traspare anche dalla formulazione di Gesù: “Pasci i miei agnelli… le mie pecorelle”; come aveva già detto: “Su questa pietra edificherò la mia Chiesa” (Mt 16,18). La Chiesa è proprietà di Cristo, non di Pietro. Agnelli e pecorelle appartengono a Cristo, e a nessun altro (Papa Giovanni Paolo II)
Praying, celebrating, imitating Jesus: these are the three "doors" - to be opened to find «the way, to go to truth and to life» (Pope Francis)
Pregare, celebrare, imitare Gesù: sono le tre “porte” — da aprire per trovare «la via, per andare alla verità e alla vita» (Papa Francesco)
In recounting the "sign" of bread, the Evangelist emphasizes that Christ, before distributing the food, blessed it with a prayer of thanksgiving (cf. v. 11). The Greek term used is eucharistein and it refers directly to the Last Supper, though, in fact, John refers here not to the institution of the Eucharist but to the washing of the feet. The Eucharist is mentioned here in anticipation of the great symbol of the Bread of Life [Pope Benedict]
Narrando il “segno” dei pani, l’Evangelista sottolinea che Cristo, prima di distribuirli, li benedisse con una preghiera di ringraziamento (cfr v. 11). Il verbo è eucharistein, e rimanda direttamente al racconto dell’Ultima Cena, nel quale, in effetti, Giovanni non riferisce l’istituzione dell’Eucaristia, bensì la lavanda dei piedi. L’Eucaristia è qui come anticipata nel grande segno del pane della vita [Papa Benedetto]
Work is part of God’s loving plan, we are called to cultivate and care for all the goods of creation and in this way share in the work of creation! Work is fundamental to the dignity of a person. Work, to use a metaphor, “anoints” us with dignity, fills us with dignity, makes us similar to God, who has worked and still works, who always acts (cf. Jn 5:17); it gives one the ability to maintain oneself, one’s family, to contribute to the growth of one’s own nation [Pope Francis]
Il lavoro fa parte del piano di amore di Dio; noi siamo chiamati a coltivare e custodire tutti i beni della creazione e in questo modo partecipiamo all’opera della creazione! Il lavoro è un elemento fondamentale per la dignità di una persona [Papa Francesco]

Due Fuochi due Vie - Vol. 1 Due Fuochi due Vie - Vol. 2 Due Fuochi due Vie - Vol. 3 Due Fuochi due Vie - Vol. 4 Due Fuochi due Vie - Vol. 5 Dialogo e Solstizio I fiammiferi di Maria

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