Mar 12, 2025 Scritto da 

Povertà accanto a ricchezza sfrenata

Soluzione esterna?

(Lc 16,19-31)

 

Il Vangelo di oggi solleva una questione di apparente ovvietà: non è forse nell’ordine naturale delle cose che nell’umana società ci siano primi e ultimi, dotti e ignoranti, principi e sudditi?

Anche Leone XIII, papa delle Encicliche sociali, riconosceva che «nella società umana è secondo l'ordine stabilito da Dio che vi siano principi e sudditi, padroni e proletari, ricchi e poveri, dotti e ignoranti, nobili e plebei; obbligo di carità dei ricchi e dei possidenti è quello di sovvenire ai poveri e agli indigenti» [mentalità d'un peccato di omissione: basta che poi facciano la “carità”].

La posizione del Signore è molto molto diversa.

Per Lc il ricco non è il benedetto da Dio, come pur venivano considerati i patriarchi del Primo Testamento.

Il suo vestiario ricercato è solo metafora del vuoto interiore e dell’effimero di cui si bea. Ciò che poi sarà corroso da tarme.

Il suo ingozzarsi è segno d’un abisso intimo da colmare - una sorta di fame nervosa.

«Eli hezer»: Dio aiuta; non si dimentica, anzi sta decisamente dalla parte del malfermo. Pertanto, il suo “godersi la vita” è rinunciare a vivere completamente.

L’evangelista non precisa che Lazzaro era stato una persona buona e responsabile: un povero e basta.

Neppure afferma che l’epulone fosse un delinquente totale: se l’indigente sostava fuori del suo uscio e non altrove significa che qualcosina lì rimediava.

Ma a quel tempo non c’erano posate e ci si puliva le dita con la mollica, poi gettata a terra; di ciò si cibavano i miserabili.

Una vita da cane, peggiore degli insulti. E ignorata.

Male radicale, che non era negli atti singoli, piuttosto nel fondo dell’essere, e nella conseguente sbadatezza globale.

Disattenzione che tende a scegliere il consenso e le gerarchie come sfondo ultimo dell’esistenza.

Dunque il quesito che il passo di Lc ribadisce non è banalmente moralistico: meriti o colpe, giuridiche o religiose.

La domanda si pone sull’umanità stessa: diminuita, ridotta, arida, inabile; incapace di scandire un rovesciamento deliberato.

Inestricabilmente legata agli abissi già scavati.

Il Vangelo vuole stimolarci a riflettere non sul tema dell’elemosina lecita, bensì sull’avvertenza, e Comunione delle risorse: sul senso della ricchezza sfrenata accanto alla povertà.

La miseria involontaria è spesso considerata situazione ormai d’abitudine, ma tale dramma incide sulle persone e su interi popoli.

E come distoglierci dalla seduzione dei beni?

Vincere le attrattive del denaro e la brama di accumulo che genera paralisi sociale e umiliazioni devastanti, è un vero miracolo.

E un miracolo di coscienza non può farlo né un prodigio, né una visione (vv.29-31).

Tantomeno una comune religione, se essa tendesse a sacralizzare e non interferire, a far permanere le posizioni; a farsi complice nel fabbricare poveri e ricchi, guadagnando su entrambi.

Insomma, per edificare il Regno e cambiare il mondo diviso, vale solo il lasciarsi educare dalla Parola di Dio.

Seme intimo e Germe, Terapia-evento, Verbo energico e Richiamo: che introduce nella consapevolezza attiva e sponsale dell’Amore.

Logos che ci colloca nella giusta posizione. Avvertimento unico; non esterno.

 

Eros fondante che già qui e ora rovescia le situazioni.

 

 

[Giovedì 2.a sett. Quaresima, 20 marzo 2025]

462 Ultima modifica il Giovedì, 20 Marzo 2025 11:59
don Giuseppe Nespeca

Giuseppe Nespeca è architetto e sacerdote. Cultore della Sacra scrittura è autore della raccolta "Due Fuochi due Vie - Religione e Fede, Vangeli e Tao"; coautore del libro "Dialogo e Solstizio".

The Eucharist draws us into Jesus' act of self-oblation. More than just statically receiving the incarnate Logos, we enter into the very dynamic of his self-giving [Pope Benedict]
L'Eucaristia ci attira nell'atto oblativo di Gesù. Noi non riceviamo soltanto in modo statico il Logos incarnato, ma veniamo coinvolti nella dinamica della sua donazione [Papa Benedetto]
Jesus, the true bread of life that satisfies our hunger for meaning and for truth, cannot be “earned” with human work; he comes to us only as a gift of God’s love, as a work of God (Pope Benedict)
Gesù, vero pane di vita che sazia la nostra fame di senso, di verità, non si può «guadagnare» con il lavoro umano; viene a noi soltanto come dono dell’amore di Dio, come opera di Dio (Papa Benedetto)
Jesus, who shared his quality as a "stone" in Simon, also communicates to him his mission as a "shepherd". It is a communication that implies an intimate communion, which also transpires from the formulation of Jesus: "Feed my lambs... my sheep"; as he had already said: "On this rock I will build my Church" (Mt 16:18). The Church is property of Christ, not of Peter. Lambs and sheep belong to Christ, and to no one else (Pope John Paul II)
Gesù, che ha partecipato a Simone la sua qualità di “pietra”, gli comunica anche la sua missione di “pastore”. È una comunicazione che implica una comunione intima, che traspare anche dalla formulazione di Gesù: “Pasci i miei agnelli… le mie pecorelle”; come aveva già detto: “Su questa pietra edificherò la mia Chiesa” (Mt 16,18). La Chiesa è proprietà di Cristo, non di Pietro. Agnelli e pecorelle appartengono a Cristo, e a nessun altro (Papa Giovanni Paolo II)
Praying, celebrating, imitating Jesus: these are the three "doors" - to be opened to find «the way, to go to truth and to life» (Pope Francis)
Pregare, celebrare, imitare Gesù: sono le tre “porte” — da aprire per trovare «la via, per andare alla verità e alla vita» (Papa Francesco)
In recounting the "sign" of bread, the Evangelist emphasizes that Christ, before distributing the food, blessed it with a prayer of thanksgiving (cf. v. 11). The Greek term used is eucharistein and it refers directly to the Last Supper, though, in fact, John refers here not to the institution of the Eucharist but to the washing of the feet. The Eucharist is mentioned here in anticipation of the great symbol of the Bread of Life [Pope Benedict]
Narrando il “segno” dei pani, l’Evangelista sottolinea che Cristo, prima di distribuirli, li benedisse con una preghiera di ringraziamento (cfr v. 11). Il verbo è eucharistein, e rimanda direttamente al racconto dell’Ultima Cena, nel quale, in effetti, Giovanni non riferisce l’istituzione dell’Eucaristia, bensì la lavanda dei piedi. L’Eucaristia è qui come anticipata nel grande segno del pane della vita [Papa Benedetto]
Work is part of God’s loving plan, we are called to cultivate and care for all the goods of creation and in this way share in the work of creation! Work is fundamental to the dignity of a person. Work, to use a metaphor, “anoints” us with dignity, fills us with dignity, makes us similar to God, who has worked and still works, who always acts (cf. Jn 5:17); it gives one the ability to maintain oneself, one’s family, to contribute to the growth of one’s own nation [Pope Francis]
Il lavoro fa parte del piano di amore di Dio; noi siamo chiamati a coltivare e custodire tutti i beni della creazione e in questo modo partecipiamo all’opera della creazione! Il lavoro è un elemento fondamentale per la dignità di una persona [Papa Francesco]

Due Fuochi due Vie - Vol. 1 Due Fuochi due Vie - Vol. 2 Due Fuochi due Vie - Vol. 3 Due Fuochi due Vie - Vol. 4 Due Fuochi due Vie - Vol. 5 Dialogo e Solstizio I fiammiferi di Maria

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